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| ANALISI

Juve-Vlahovic, il ‘patto’: rush finale a mille, poi l’addio

L’attaccante serbo difficilmente rinnoverà il proprio contratto in scadenza nel 2026: per il club bianconero, pertanto, la prossima estate sarà l’ultima occasione per monetizzare con la cessione del suo cartellino

Un patto. Uno di quelli tra gentiluomini, tra persone d’onore e d’altri tempi. Metaforicamente, è ciò che hanno stretto Dusan Vlahovic e la Juventus, distanti tre partite – più forse quelle del Mondiale per club – dal momento di dirsi definitivamente addio e, al contempo, l’uno indispensabile per l’altra e viceversa in questo rush finale di campionato al fine di raggiungere i propri obiettivi – personali o di squadra che siano – e rilanciare le proprie ambizioni anche in vista della prossima stagione.

I tre anni alla Juve

Sbarcato a Torino ‘in pompa magna’ – per oltre 80 milioni di euro, finiti nelle casse della Fiorentina – nel gennaio del 2022, tre anni dopo, con 55 reti segnate in 139 occasioni, Dusan Vlahovic appare un corpo avulso alla squadra. I limiti tecnici e caratteriali da una parte, le incomprensioni tecniche con Allegri e Thiago Motta dall’altra: così può essere riassunta la sua avventura in bianconero, una ‘macchia’ che neppure l’avvento Tudor – suo grande estimatore, che l’ha rimesso immediatamente al centro del progetto – ha potuto cancellare, complice l’infortunio che ha tenuto il serbo ai box contro Monza e Bologna.

I motivi dell’addio

Tre anni dopo, inoltre, la Juve è tutt’altro che soddisfatta del rendimento di Vlahovic. Consapevole, però, del grande investimento fatto dalla precedente gestione, la dirigenza bianconera ha provato ad abbozzare dei discorsi con il calciatore e il suo entourage orientati a un rinnovo a cifre più basse (al momento percepisce circa 12 milioni netti all’anno). Un’eventualità rispedita al mittente dall’attaccante ex Fiorentina che, dal canto suo, dopo essersi mostrato sempre totalmente devoto alla causa, si è forse convinto che l’addio possa essere la soluzione migliore per tutti. Del resto, il contratto in scadenza il 30 giugno 2026 pone, di fatto, una deadline in estate: senza un prolungamento, per la Vecchia Signora si tratterà dell’ultima sessione di mercato per monetizzare con la cessione del suo cartellino.

Giordano Grassi