Pisacane, dalla sindrome di Guillain-Barré alla prima panchina in A. E quel legame col Cagliari…
Fabio Pisacane è il nuovo allenatore del Cagliari, nominato dal club per sostituire Nicola debutterà in A per la prima volta nella sua carriera da tecnico

Il Cagliari ha annunciato il nuovo allenatore, colui che succederà a Davide Nicola e guiderà i rossoblù nella prossima stagione in Serie A. Fabio Pisacane è nuovo tecnico nominato dal club, scelta inattesa dal momento che non ha mai allenato nella massima serie e dunque, per lui si tratterà di un debutto assoluto.
Il primo incontro col Cagliari
Pisacane e il Cagliari si incontrano per la prima volta nel 2015, quando la formazione rossoblù è appena retrocessa in B e la società decide di prelevarlo dall’Avellino e di puntare su di lui per tentare la risalita. Missione compita, i sardi riescono a tornare nel campionato “dei grandi” e il difensore, in quella stagione, colleziona 30 presenze. Quello è stato solo il primo di sei lunghi anni vissuti con la maglia del Cagliari, tutti trascorsi nella massima serie.
Il trasferimento al Lecce e l’addio al calcio giocato
Nel 2021 la separazione, il classe ’86 decide di trasferirsi al Lecce ma l’esperienza non è stata positiva. Finisce fuori rosa e non partecipa alla cavalcata verso la promozione, così nell’anno successivo decide di appendere gli scarpini al chiodo e dire addio al calcio giocato. Resta però nell’ambiente perché poco dopo gli viene concessa l’opportunità di entrare a far parte dello staff tecnico di Liverani che gli permette anche di tornare in Sardegna. Dopo un po’ di gavetta gli viene affidata la guida tecnica della Primavera con cui conquista il primo trofeo della storia battendo il Milan in finale di Coppa Italia.
La sindrome di Guillain-Barré
C’è un momento che ha segnato per sempre la vita dell’ex calciatore, aveva 14 anni quando gli venne diagnosticata la sindrome di Guillain-Barré. Una rarissima malattia che attacca il sistema nervoso provocando paralisi e abbattendo il tono muscolare. Pisacane si ritrova in un letto d’ospedale completamente immobilizzato, resta nella struttura per tre mesi di cui 20 giorni trascorsi in coma. Una battaglia difficile che si è presentata nel momento clou della sua carriera, ma è riuscito a recuperare pienamente e dopo 4 mesi è tornato a giocare. All’epoca era nelle giovanili del Genoa.
Martina Barnabei