Juve, perché rinnovare Tudor?
Sfumate le alternative, la Juventus ha deciso di affidare la propria panchina a Igor Tudor, subentrato a marzo a Thiago Motta. La vera novità, però, è il rinnovo imminente fino dal 2027

Niente Antonio Conte, rimasto al Napoli, e niente Gian Piero Gasperini, che ha mantenuto la parola data alla Roma. Di fronte a questi due “no”, la Juventus ha deciso di puntare sulla continuità confermando Igor Tudor. L’annuncio è arrivato direttamente dal nuovo direttore generale Damien Comolli, che ha ufficializzato in conferenza stampa la permanenza del tecnico croato anche dopo il Mondiale per Club, per l’intera stagione 2025/2026. Ma non finisce qui: il club ha scelto di rinnovare il contratto di Tudor fino al 2027. Il nuovo accordo verrà firmato prima della partenza per gli Stati Uniti e porterà il suo stipendio a circa 2,5 milioni netti a stagione. La decisione va oltre la semplice clausola di rinnovo automatico legata alla qualificazione in Champions League: la Juventus ha voluto andare oltre, blindando il suo tecnico per dare stabilità al progetto.
Una scelta strategica
La conferma di Tudor, però, è arrivata dopo un attento confronto con altre opzioni: i tentativi per riportare Antonio Conte in bianconero sono falliti, così come l’assalto a Gasperini, ormai promesso sposo della Roma. Solo una volta archiviate queste piste, la dirigenza ha valutato Tudor come la scelta più sensata. Comolli è stato chiaro: “Tudor sarà il nostro allenatore per la prossima stagione. Ci sono tante speculazioni, ma voglio ribadire la nostra fiducia in lui”. Rinnovare il contratto ora significa anche evitare di iniziare la nuova stagione con un tecnico in scadenza, situazione che in Italia spesso crea tensioni interne e alimenta polemiche. Una scelta quindi anche strategica, utile a rafforzare la posizione del tecnico agli occhi dello spogliatoio.
Totale fiducia in Tudor
Alla base di tutto, però, ci sono i risultati ottenuti da Tudor da quando è tornato a Torino. La Juventus lo aveva chiamato in un momento delicatissimo, dopo due pesanti sconfitte contro Atalanta e Fiorentina, chiedendogli di riportare la squadra almeno al quarto posto. Obiettivo tutt’altro che facile, ma centrato grazie a un bottino di 5 vittorie, 3 pareggi e una sola sconfitta, con una media di due punti a partita. Senza la qualificazione in Champions, l’avventura di Tudor si sarebbe chiusa già a maggio o, nel migliore dei casi, al termine del Mondiale per Club. Invece, la sua guida ha convinto tutti. Anche grazie al lavoro tattico con il 3-4-2-1 e alla conoscenza acquisita del gruppo, Tudor rappresenta oggi un punto fermo nel nuovo corso juventino. Un vantaggio significativo rispetto alle altre big di Serie A – quasi tutte alle prese con un cambio di allenatore – e un segnale chiaro di fiducia, anche da parte di John Elkann, che ha voluto manifestare personalmente il suo sostegno al tecnico croato.
Chiara Scatena