Provaci ancora, Vincenzo
Alla guida del Bologna Italiano ha conquistato la sua quarta finale in carriera nel giro di due anni, la seconda in Coppa Italia

Chissà cosa avrà pensato ieri sera Vincenzo Italiano, quando Marcenaro si è portato il fischietto alla bocca certificando il passaggio in finale di Coppa Italia del Bologna, 51 lunghissimi anni dopo l’ultima volta.
Finale-Italiano, un binomio che non rappresenta certo una novità, anche se si tratta della prima in rossoblù per il tecnico originario di Karlsruhe, dopo quelle alla guida della Fiorentina. Ben tre in viola, due di Conference League e una in Coppa Italia.
E ora sotto con la quarta, a Bologna e con il Bologna, che sogna ad occhi spalancati qualcosa di grande (come avrebbe cantato proprio un figlio della città emiliana come Cesare Cremonini). Di mezzo, tra Italiano e il trofeo, c’è il Milan, fresco di successo nel derby e pronto per il bis, dopo la vittoria qualche mese fa della Supercoppa Italiana.
Inter, West Ham e Olympiakos. Ora i rossoneri, per sfatare un tabù
“Tutto” ebbe inizio nella stagione 22/23 al timone della Fiorentina. Con due percorsi netti tra Coppa Italia e Conference, i viola arrivano in fondo, in entrambe le competizioni.
La prima finale, in ordine cronologico, è all’Olimpico, contro l’Inter di Simone Inzaghi, il 24 maggio. I toscani partono fortissimo, dopo 3 minuti sono già avanti: la firma è di Nico Gonzalez. Poi, in 8 minuti, il buio. Doppio Lautaro Martinez e la prima coppa che se ne va, direzione Milano.
Sette giugno, Praga calling. Nella capitale ceca, infatti, si gioca la finale di Conference, avversario il West Ham di David Moyes. I primi a passare, questa volta, sono gli inglesi, con un rigore di Benrahma. Cinque giri secchi di lancette e Mandragora la pareggia, 1-1. Bonaventura, Jovic e compagni, una volta trovato il pari, sentono che è il momento giusto per vincerla e, in più occasioni, vanno vicini a ribaltarla. Al 90′, però, la beffa delle beffe. La Fiorentina si fa trovare scoperta e Bowen la colpisce in contropiede, al centro del cuore. Addio anche alla “seconda”. Questo fa ancora più male.
Ma il peggio deve ancora arrivare. Atene, 29 maggio 2024. L’Olympiakos è come se giocasse in casa la finale, pur non essendo il suo stadio di appartenenza il teatro dell’ultimo atto di quell’edizione di Conference, bensì quello dell’AEK, l’Arena Agia Sophia.
Pur cambiando l’ordine degli anni e delle avversarie, però, il risultato non cambia. La Fiorentina perde ancora, di misura e al supplementare, a pochi spiccioli dai rigori. Il giustiziere è El Kaabi. Uno a zero ed è notte fonda, per i viola e per Vincenzo Italiano.
Il 14 maggio a Roma (ancora lì…), contro il Milan, Italiano avrà l’occasione di riprovarci, per la terza volta, la prima con il Bologna, sempre più suo. Il primo sogno, quello di portare 30mila bolognesi nella capitale, è stato esaudito dopo il doppio trionfo in semifinale sull’Empoli, ora resta il secondo, quello più dolce, ma con anche un mare di pressione addosso. Riuscirà Italiano a sfatare il tabù finali?