Analisi 18 novembre

ATP Finals Torino: i voti ai maestri della racchetta

Va in archivio una edizione storica delle ATP Finals per i colori azzurri
Filippo Re

Va in archivio una edizione storica delle ATP Finals per i colori azzurri.

La stagione più bella di sempre per il tennis italiano regala un’altra enorme soddisfazione con il trionfo di Jannik Sinner alle ATP Finals di Torino; di seguito, i nostri voti ai tennisti che hanno preso parte a questo straordinario evento.

Jannik Sinner 10 e lode

Quasi 4.000 punti di vantaggio sul secondo in graduatoria nel ranking ATP, otto titoli in stagione con un bilancio di 70 vittorie in 76 partite: non ci sono più parole per descrivere le gesta del nativo di San Candido che diventa il primo italiano ad aggiudicarsi le Finals, tagliando il traguardo senza cedere neanche un set in tutto il torneo (soltanto Ivan Lendl nel 1986 era riuscito in una impresa simile). La cosa più bella è la certezza che ci saranno tante altre vittorie nella carriera di Jannik, già da ora il tennista italiano più forte di tutti i tempi.

Taylor Fritz 9

Non può fare di più l’americano che si arrende onorevolmente per due volte al campione altoatesino con un duplice 6-4 sia nel round robin che nella finale di domenica pomeriggio; il 4° posto in classifica e il bel successo ottenuto ai danni di Alexander Zverev in semifinale gli fanno prendere un voto altissimo.

Casper Ruud 8

Fa già un miracolo il norvegese ad arrivare in semifinale nonostante un girone in cui Zverev ed Alcaraz erano i chiari favoriti per il passaggio del turno; il 25enne di Oslo è bravo ad approfittare delle precarie condizioni di salute dello spagnolo e vince anche una bella partita con Andrey Rublev, tuttavia contro Sinner appare di almeno un paio di categorie inferiore.

Alexander Zverev 5,5

Dopo l’azzurro, è quello che esprime il tennis migliore nel corso della settimana torinese, però incappa in un’inattesa sconfitta in semifinale contro Taylor Fritz che lo fa finire dietro la lavagna; la sensazione è che gli manchi ancora qualcosa sul piano della personalità per passare dallo status di primo dei secondi a quello di campione.

Daniil Medvedev 4,5

Vince soltanto una partita contro Alex De Minaur, ma la crisi del russo appare evidente: la questione legata alle palle da tennis, troppo pesanti da spingere per un atleta longilineo come il finalista di Melbourne 2024, certamente incide, però non vorremmo che il moscovita avesse già imboccato il viale del tramonto sul piano delle motivazioni.

Alex De Minaur 6 (d’incoraggiamento)

L’aussie è un lottatore di primissimo livello, ma sul piano tennistico non ha diritto di cittadinanza in questo evento e conclude, quindi, con tre sconfitte in altrettante partite disputate, mettendo comunque in seria difficoltà Taylor Fritz nell’ultima giornata del girone Ilie Nastase in cui arriva ad un passo dall’imporsi in due set prima di arrendersi in tre.

Carlos Alcaraz 4

La vera delusione delle ATP Finals è proprio lo spagnolo che, da rivale più accreditato di Jannik Sinner, non riesce a superare neanche il round robin; il virus influenzale che l’ha colpito a ridosso dell’evento rappresenta, senza dubbio, un alibi, però è innegabile che al coperto il connazionale di Rafa Nadal non abbia ancora espresso il suo miglior tennis.

Andrey Rublev 5

Gioca bene, ma perde sempre: non è una bella combinazione quella che riassume l’esperienza del moscovita a Torino dove, pur lottando in ogni match, rimane con un pugno di mosche in mano, terminando all’ultimo posto il gruppo intitolato a John Newcombe; il timore è che Rublev sarà costretto anche in futuro ad un ruolo di comparsa nei grandi avvenimenti.

Filippo Re

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