Italia, Gattuso resta in pole: perché non Mancini?
Gennaro Gattuso è in pole per diventare il nuovo allenatore dell’Italia, nel frattempo Roberto Mancini chiede scusa e sogna di tornare

Il rifiuto di Claudio Ranieri non era stato preso in considerazione. Forse la Federazione Italiana Giuoco Calcio ha peccato un po’ di presunzione nel momento in cui ha esonerato Luciano Spalletti dopo la sconfitta contro la Norvegia.
Eppure, una lancia in loro favore va spezzata: non era possibile andare avanti con un allenatore che aveva perso il piglio sullo spogliatoio e, stando a quanto risulta, in realtà da parte di Ranieri era arrivato un primo ‘sì’ sul suo trasferimento sulla panchina azzurra.
Poi qualcosa è cambiato e da lì il caos dell’esonero di Spalletti, annunciato senza alcuna strategia comunicativa, si è sommato all’assenza di un sostituto immediato e alternative che agli occhi dei tifosi non sembrano essere profili da Nazionale italiana. Tutto questo in contesto sportivo deludente e un cammino per il Mondiale che si è complicato in partenza.
Gli ex del 2006: Gattuso in pole
La FIGC ha preso al vaglio le varie opzioni. Stefano Pioli ha dato la sua parola alla Fiorentina e non allenerà l’Italia. Il gruppo del 2006 è quello che stuzzica le idee di Gravina, ma i nomi non hanno mai raccolto granché a livello sportivo. Gennaro Gattuso è il più navigato di tutti: ha allenato il Milan, il Napoli ed è reduce da una stagione sulla panchina dell’Hajduk Spalato.
È lui a esser passato in pole nelle ultime ore, più anche di Daniele De Rossi che con l’Italia ha già lavorato come collaboratore di Roberto Mancini a Euro2020. Gattuso è un nome fatto da Gigi Buffon che lo conosce come uomo e come allenatore, oltre che come compagno di una Nazionale stratosferica. In effetti il suo rapporto con l’azzurro è intimo, passionale e qualche giorno fa Mertens lo definiva: “l’uomo giusto per rimettere una squadra sulla retta via”. Quello di cui ha bisogno l’Italia.
Mancini fa mea culpa, Gravina metti da parte l’orgoglio
Il nome di Gattuso stuzzica, ma perché di alternative vere e proprie non ce ne sono. O, meglio, una sì ma è resa complicata dal suo rapporto con Gravina, nonostante l’ultimo passo indietro: “Ho sbagliato, a volte capita di fare degli errori. Se avessi fatto una scelta diversa oggi, chissà, saremmo ancora insieme, per provare ad andare al Mondiale. E magari dopo aver vinto l’Europeo, per tentare la doppietta”. Queste sono le parole di Roberto Mancini alla Gazzetta dello Sport. Una presa di coscienza che non può passare inosservata dalle parti della FIGC.
Gravina sa quanto ‘Mancio’ abbia fatto bene in azzurro, vincendo un Europeo, stabilendo il numero di vittorie consecutive per l’Italia, mantenendo una media punti superiore al 2.00. Eppure, quella sconfitta contro la Macedonia del Nord, costata la qualificazione al Mondiale, pesa tantissimo. Quel che resta da capire, però, in una situazione di tale incertezza, è se pesa più quella o l’orgoglio di Gravina, se pesa più quella sconfitta o la possibilità di dare la Nazionale in merito a un uomo che ha dimostrato di saperla guidare e di saper imparare dai proprie errori.
Niccolò Di Leo