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| ANALISI

Juventus a rilento. E di nuovo rimontata

Ancora un pareggio per la Juventus, che per l’ennesima volta quest’anno non ha saputo gestire il vantaggio costruito

Tifare Juventus quest’anno è particolarmente complicato, se non altro perché settimana dopo settimana si è ripetuto spesso e volentieri uno stucchevole copione. Una buona partenza, magari impreziosita da un gol, unita poi a un’incapacità quasi fastidiosa sia di amministrare che soprattutto di continuare a proporre, a dimostrazione del fatto che dietro questa squadra c’è un pensiero calcistico fragile e una mentalità e solidità lontanissime dal puro stile “Vecchia Signora”. Anche a Bologna il film è stato sempre lo stesso e il finale stavolta rischia di essere amarissimo.

Corto muso scomparso

Dimenticatevi i tempi del “corto muso”, perché i gol questa Juventus non li sa proprio amministrare. Al Dall’Ara al regalane di Skorupski che ha consentito a Khephren Thuram di segnare il suo quarto gol in campionato è seguita una prestazione di personalità assoluta del Bologna, che si è messa lì a testa bassa palleggiando e costringendo i bianconeri alla solita gara di rimessa, fatta di ripartenze e speranza. E poco importa se il calcio di Tudor ha tra i suoi paletti attrito e verticalità, dato che come dimostrato per l’ennesima volta la squadra va in debito d’ossigeno sul piano sia fisico che soprattutto mentale, dato che anche sul piano della personalità rispetto al passato la discesa è stata vertiginosa.

Riecco la pareggite

Punti persi da posizione di vantaggio come se piovessero che si tramutano, come conseguenza diretta, in una sfilza di indigesti pareggi: già 15 per la precisione, mai così tanti dalla prima Juventus di Conte che però, nel 2011/12, vinse lo scudetto senza mai perdere mentre qui di sconfitte da giustificare ce ne sono già quattro. E se si pensa a quanti di questi potevano essere risultati gestiti in maniera differente e a quanto più tranquilla e serena sarebbe potuta essere la corsa verso l’obiettivo Champions, c’è da masticare amarissimo. Anche perché il rischio di rimanere con. nulla in mano, pur essendo ad oggi artefici del proprio destino, è certamente dietro l’angolo.

Iacopo Erba