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| ANALISI

La Lazio ha il mal di gol: quanta fatica in attacco

Appena quattro gol nelle prime due uscite contro l’under 20 e l’Avellino appena salito in Serie B: anzi, nell’ultima sfida il gol vittoria è arrivato solo su rigore al 93’…

Castellanos, Lazio
Castellanos, Lazio

Vittoria in extremis per la Lazio, che supera di misura l’Avellino con un rigore trasformato da Guendouzi nei minuti di recupero. Al “Benito Stirpe” di Frosinone, dove i biancoverdi disputeranno le gare interne in attesa della riapertura del Partenio, finisce 1-0 per la squadra di Sarri. Gara a tratti ben giocata dai capitolini, soprattutto nella prima mezzora e nella parte centrale del secondo tempo, ma con evidenti difficoltà in fase realizzativa. Nel primo tempo era andato in rete Castellanos, ma il gol è stato annullato per una lieve spinta. Poi Zaccagni ha sfiorato la rete, mentre Gila ha centrato la traversa. Nella ripresa, occasioni sprecate da Vecino e Cancellieri, fino su Noslin che ha regalato il rigore decisivo.

Poche reti, come un anno fa: l’allarme offensivo resta

Anche in questo avvio di stagione la Lazio fatica a segnare. Dopo il 3-0 alla Primavera, è arrivato un 1-0 striminzito contro un Avellino volenteroso ma ancora in rodaggio. Le difficoltà realizzative ricordano da vicino quelle dell’estate scorsa, quando Baroni lamentò la scarsa incisività offensiva e chiese rinforzi. Oggi, però, con Sarri in panchina e il mercato bloccato da scelte societarie, Lotito e Fabiani non possono muoversi. E il problema resta: la manovra è spesso sterile e sotto porta manca cattiveria.

Via i protagonisti, mancano qualità e soluzioni

La Lazio continua a risentire dell’addio di uomini chiave come Immobile, Luis Alberto e Milinkovic-Savic. Nell’ultima stagione di Sarri (23/24), Immobile fu il laziale con più tiri in porta (23), ma appena 24esimo nella classifica generale di Serie A. Dietro di lui solo Castellanos (36º) e Luis Alberto (57º), troppo poco per una squadra ambiziosa. Ora che i due principali creatori di gioco non ci sono più, la Lazio deve reinventarsi, ma al momento né l’organizzazione tattica né il cinismo sembrano bastare. Serve tempo, ma anche nuove idee per sbloccare una fase offensiva che continua a preoccupare.

Chiara Scatena