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| ANALISI

Lazio, Sarri deve scegliere: Cataldi o Rovella?

Maurizio Sarri è chiamato a fare una scelta: chi sarà il regista della sua seconda avventura alla Lazio?

Sono rimasti poco più di venti giorni e due test amichevoli a Maurizio Sarri per sciogliere le riserve. Il 24 agosto la sua Lazio scenderà in campo contro il Como nella prima partita della nuova stagione, una stagione che inizia in salita con il mercato bloccato e con una squadra che non è costruita su misura per lui, ma più cara ai concetti di calcio baroniani. Fin dall’inizio del ritiro, il 14 luglio, il tecnico toscano ha iniziato un lavoro di costruzione singolo e collettivo. In rosa ci sono giocatori che avevano già lavorato con lui nel 2023/2024 – anche prima – e altri con cui, invece, è dovuto partire da zero. Dele-Bashiru, Tavares e Belahyane sono quelli che pretendono una mole di attenzione superiore. Vanno educati a dei concetti tattici che non sono loro, ma che lo dovranno diventare al più presto.

Sarri deve fare una scelta: chi sarà il regista della Lazio?

Sarri poi si interroga anche su altro. Come detto, ha poco più di venti giorni per fare una scelta sull’undici tipo di questa stagione e tra i ruoli dove questo compito si fa più arduo c’è indubbiamente la cabina di regia. Il mancato riscatto di Danilo Cataldi da parte della Fiorentina ha riportato a Formello un calciatore ‘sarrista’ al 100%, quel centrocampista che nel 2022/2023 da titolare aveva aiutato la Lazio a centrare il secondo posto (miglior risultato dal 2000). Il numero 32 gode della stima del Comandante che, però, allo stesso tempo fatica a pensare a un Nicolò Rovella in panchina. Reduce da una stagione formidabile l’ex Juve e Monza ritrova un tecnico che stima, ma per il quale sa benissimo di non avere le caratteristiche idonee. Almeno non per ora. La fedeltà di Cataldi si contrappone al talento di Rovella, a entrambi non si può rinunciare per motivi differenti: ma tra loro Sarri ne dovrà scegliere uno.  

Perché Rovella?

Avevo detto che dopo 50 partite da vertice basso, sarebbe diventato un top. Gli manca un po’ di palleggio ma è molto forte”. Qualche settimana fa Maurizio Sarri parlava così di Nicolò Rovella. Non ha mai nascosto la sua stima per un giocatore che ritiene forte, ma sul quale va fatto un lavoro specifico. Servono 50 partite per formarlo, qualche passo avanti lo aveva già fatto con Marco Baroni, ora serve il grande step. Rovella è bravissimo in fase di copertura. Spezza l’azione avversaria, gioca d’anticipo, legge bene le traiettorie e sa quando intervenire. Ma in fase di costruzione manca. Non ha verticalità e il palleggio che richiede Sarri, oggi, non è roba per lui. In stagione potrà rivelarsi fondamentale, ma rischia di esserlo solo in alcune fasi di partita: quando c’è bisogno di pensare a bloccare prima l’avversario e poi a ripartire.

Perché Cataldi?

Danilo Cataldi adora Sarri. A lui deve il riscatto della propria carriera, perché il tecnico toscano è quello che è riuscito a offrirgli i mezzi giusto per far esprimere al massimo le proprie qualità. Per diventare centrale nella sua Lazio. Oggi Cataldi torna dopo una stagione al servizio di Palladino alla Fiorentina, dove ha dovuto vestire quegli stessi panni che tanto bene aveva indossato nei due anni e mezzo al servizio di Sarri. Torna ancora più consapevole dei suoi mezzi e conscio di potersi giocare con Rovella una maglia da titolare. Sicuramente dietro al numero 6 della Lazio per la fase difensiva, dove l’ex Monza eccelle, dalla sua vanta qualità ottime in quel palleggio di cui Sarri ha bisogno. Cataldi vive di verticalità, detta i tempi alla squadra e ha quella rapidità di pensiero che un regista deve avere. Elementi che rischiano di rallentare la crescita di Rovella.

Niccolò Di Leo