Lecce-Napoli, la “partita del cuore” di Antonio Conte
Salentino doc, in giallorosso ha mosso i suoi primi passi nel calcio professionistico esordendo in Serie A a 16 anni e 249 giorni. Sei stagioni in Puglia, poi il passaggio alla Juve. Da allenatore ha guidato il Bari: una coltellata per i suoi ex tifosi

Riconquistata la vetta solitaria della classifica, il Napoli alle 18 affronta al Via del Mare il Lecce nel 35° turno del campionato di Serie A. Gli azzurri, che la scorsa giornata hanno superato l’Inter al comando battendo 2-0 il Torino grazie alla doppietta del solito Scott McTominay approfittando così del ko al Meazza dei rivali contro la Roma (rete decisiva di Matias Soulé), possono portarsi momentaneamente a +6 sui nerazzurri, impegnati in serata tra le mura amiche contro l’Hellas Verona. La sfida contro i salentini rappresenta probabilmente l’ultimo grande test verso lo scudetto, visto che i giallorossi di Marco Giampaolo sono in piena lotta salvezza. I campani, infatti, nelle altre gare affronteranno formazioni che potrebbero non avere più nulla da dire al proprio campionato: Genoa e Cagliari al Maradona e Parma al Tardini. Intanto, però, tocca stare con i piedi per terra e pensare ai pugliesi.
Conte e gli anni a Lecce
Quella contro il Lecce non può essere una sfida come le altre per Antonio Conte: il tecnico del Napoli, infatti, qui vi è nato il 31 luglio 1969 e ha mosso i suoi primi passi nel mondo del calcio professionistico. Aveva infatti solo 13 anni quando si accorge di lui il giovane dirigente giallorosso Pantaleo Corvino che fa recapitare alla Juventina, club nel quale gioca e del quale il padre Cosimino è presidente e factotum, un’offerta “irrinunciabile”: otto palloni di cuoio, qualche Lira e un giocatore di terza categoria. Antonio ha gli occhi che brillano, Cosimino vuole tirare a rialzo, ma poi desiste e accetta. Inizia in questo modo l’avventura al club salentino del centrocampista che dopo qualche anno nelle Giovanili, viste le qualità, passa in prima squadra esordendo in Serie A a 16 anni e 249 giorni il 6 aprile 1986, quando, con la squadra già retrocessa in B, Fascetti lo getta nella mischia a 10 minuti dalla fine del match del Via del Mare contro il Pisa. La settimana seguente il debutto dal primo minuto nel ko di Como (2-0).
Conte e il gol al Napoli di fronte a Maradona
Dopo due anni in cadetteria, il Lecce torna in massima serie conquistando la promozione con Carlo Mazzone. Per Conte ormai sono maturi i tempi per prendersi una maglia da titolare e guadagnarsi la ribalta: arriva anche il primo gol da professionista, ironia della sorte, proprio al San Paolo, davanti a Maradona, quando con il numero 10 sulle spalle il 5 novembre 1989 sigla il momentaneo 2-2 – vinceranno poi 3-2 i padroni di casa grazie al sigillo nel finale di Carnevale. Due anni dopo la sua avventura in giallorosso termina: arriva la chiamata irrinunciabile della Juve. Al primo incontro l’Avvocato Agnelli gli chiede quanti gol ha fatto e lui, con grande nonchalance, risponde di segnare sempre qualche rete ogni stagione: una bugia bianca visto che il suo bottino nei sei anni a Lecce era stato di sole due marcature.
Conte professionista vero
Con la Signora vince praticamente tutto diventando bandiera, icona e capitano del club. Tredici anni intensi fino all’estate del 2004 quando, a nemmeno 35 anni, dice basta al calcio giocato. Appende gli scarpini al chiodo, ma la passione per il calcio è troppo grande per allontanarsi del tutto. La sua è quasi un’ossessione, praticamente tangibile quando dal campo passa alla panchina diventando uno degli allenatori migliori al mondo. Un professionista esemplare, lo testimonia la scelta di andare ad allenare Bari e Inter, acerrime rivali dei due club ai quali ha dedicato tutta la propria carriera di calciatore.
Conte e i precedenti da allenatore contro il Lecce
Nella sua nuova veste ha affrontato il “suo” Lecce otto volte collezionando quattro vittorie, due pareggi e altrettanti ko, il primo il 25 marzo 2007 quando è l’allenatore dell’Arezzo. Il 17 maggio 2008 sbanca il Via del Mare (2-1) con il Bari: uno sgarbo ai suoi ex tifosi, che si rifanno il 27 ottobre 2010 in Coppa Italia (3-2), quando Conte cade al terzo turno con il Siena. Passato alla Juve, nella stagione 2011-12 vince 1-0 in trasferta e pareggia 1-1 in casa mentre con l’Inter vince 4-0 al Meazza e non va oltre l’1-1 in Puglia. Il precedente più recente risale al 26 ottobre 2024, alla sfida d’andata di questa stagione al Maradona risolta da un tap-in vincente del capitano del Napoli Giovanni Di Lorenzo. Oggi sarà un altro tuffo al cuore per Antonio: con una vittoria può avvicinarsi allo scudetto e inguaiare il suo Lecce.
Vincenzo Lo Presti