Leoni-Liverpool, ci siamo: la fuga di talenti continua
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| ANALISI

Leoni-Liverpool, ci siamo: la fuga di talenti continua

Reds in pressing: contatti intensi e offerta sul tavolo. Inter, Milan e Juve osservano tristi: l’estero continua a prendersi i migliori

Giovanni Leoni
Giovanni Leoni

L’ennesimo campanello d’allarme per il nostro calcio: l’estero accelera, l’Italia contempla e si trova costretta a cedere. Sul tavolo c’è Giovanni Leoni, ma il tema è più ampio. I club di Premier corrono, impostano, chiudono grazie a risorse praticamente illimitate mentre le big di Serie A esitano tra paletti di bilancio e tatticismi infiniti. Risultato? I migliori prospetti finiscono sull’aereo, mentre qui si discute di formule e sconti last minute. È una fotografia impietosa: chi ha visione anticipa, chi tergiversa resta a guardare.

Un prodigio nel Mersey

Dentro questo quadro, il Liverpool ha affondato l’ultimo colpo azzurro: indicazione di mister Slot, contatti intensificati con l’entourage e primo assalto al Parma, che dopo aver tenuto duro con le italiane stavolta sembra ben più propenso a chiudere. Dati alla mano, 17 presenze e 1 gol tra i professionisti per il giovane prodigio, con personalità da fuori quota e una valutazione che parte da 40 milioni: cifra che ha congelato Inter, Milan e Juve, ferme ai sondaggi. I Reds, a prescindere da come finirà la trattativa con Guehi, puntano a blindare la retroguardia con un difensore che unisce tempi d’uscita, letture pulite e margini enormi. Il Parma non si accontenterà di 30 milioni più bonus, ma davanti a un’offerta più elevata anche Krause dovrà pensarci. Anche perché il giocatore, con grande entusiasmo, ha già detto di sì.

Un fastidioso esodo

E mentre Leoni diventa l’oggetto del desiderio oltremanica, il copione si ripete negli ultimi anni: il mercato internazionale ha infatti già fatto la spesa tra i nostri talenti. Dal caso emblematico di Calafiori, finito a suon di milioni all’Arsenal, alle attenzioni su profili come Raspadori, Ruggeri e Coppola. Tutti finiti a cercare fortuna al di là dei nostri confini. Il messaggio è perciò chiaro: se la Serie A non alza l’asticella economica e progettuale, continuerà a perdere pezzi pregiati prima ancora di valorizzarli pienamente. Con i conti un po’ più a posto, forse. Ma, certamente, con meno futuro.

Iacopo Erba