Analisi 27 ottobre

L’Italia ai piedi di Retegui, il nuovo re del gol

Atalanta e Nazionale pendono dalle labbra del centravanti, che intanto ha eguagliato un grande bomber azzurro del passato
Francesco Asprea

Atalanta e Nazionale pendono dalle labbra del centravanti, che intanto ha eguagliato un grande bomber azzurro del passato

La Serie A ha un nuovo attaccante di riferimento: Mateo Retegui è stato l’esempio più straordinario di come anche il mercato di reazione si possa trasformare in una incredibile opportunità. Arrivato in estate all’Atalanta per 20 milioni di euro dal Genoa per sopperire al lunghissimo e inatteso stop del titolare designato Gianluca Scamacca, il nativo di San Fernando ha superato ogni più rosea aspettativa, dimostrandosi tra i bomber più letali e prolifici del panorama calcistico internazionale.

In questa stagione sono già 10 i gol dopo appena nove giornate in campionato, un bottino da capogiro che lo eleva al momento in testa alla classifica capocannonieri e che fa particolarmente effetto pensando che lo scorso anno, con il Genoa, nonostante le ottime prestazioni si era fermato ad appena sette in 29 partite disputate. Merito certamente di un sistema offensivo praticamente perfetto, che grazie alle idee di mister Gasperini e alla smisurata qualità di De Ketelaere e Lookman esalterebbe le qualità di qualunque centravanti. Poi, però, la palla bisogna saperla buttare in porta e in questo Retegui è un maestro, uno scoccatore da record.

Con la doppietta al Verona, infatti, siamo arrivati come detto alla doppia cifra. In così poche partite soltanto un altro centravanti italiano ci era riuscito nell’era dei tre punti a vittoria: Luca Toni nel 2005/06, che tocca quota 11 con la maglia della Fiorentina Non esattamente uno qualunque, visti i trofei e i colori difesi nel corso della sua sfavillante carriera. Di certo, il curriculum di Retegui ora si è già incredibilmente impreziosito, quasi nobilitato.

Accostarlo ai grandissimi non è più blasfemo infatti, semmai soltanto magari leggermente prematuro. Ma certe medie non possono passare inosservate, a nessuna latitudine. E poco importa se in Champions League, finora, è arrivato solo il boccone amaro del rigore sbagliato contro l’Arsenal. Ci sarò tempo per incidere a tutte le latitudini e per trascinare anche l’Italia verso la rinascita. Garantisce bomber Retegui, terminale perfetto che non vuole assolutamente smettere di fermarsi.

Iacopo Erba

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