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| ANALISI

Milan-Bologna, la finale dei tabù: chi lo sfaterà per primo?

Italiano ha perso tre finali su tre, il Milan non vince la Coppa Italia da 22 anni: chi avrà la meglio in finale?

La finale di Coppa Italia tra Milan e Bologna, in programma all’Olimpico di Roma il 14 maggio alle 21.00, è molto più di una semplice sfida per un trofeo: è la resa dei conti contro i propri demoni, la partita dei tabù da spezzare.

Un trofeo che manca dal 2003

Da una parte c’è il Milan, che con questa competizione ha sempre avuto un rapporto complicato. I rossoneri hanno vinto la Coppa Italia soltanto cinque volte nella loro storia, l’ultima addirittura nel 2003. Da allora, due finali perse – entrambe contro la Juventus: la prima nel 2016, con un gol nei supplementari di Morata, e la seconda nel 2018, con un netto 4-0 che brucia ancora. Insomma, per il Diavolo è una maledizione che dura da 22 anni. La speranza è che questa volta sia quella buona, per riportare a Milano un trofeo che manca da troppo tempo.

Triste trend da invertire per Italiano

Dall’altra parte c’è il Bologna, che torna a giocarsi una finale grazie a una squadra che ha saputo rimettersi in piedi dopo le partenze pesanti di Motta, Calafiori e Zirkzee. Ma soprattutto, grazie alla guida di Vincenzo Italiano, uno che ha dimostrato di saper arrivare in fondo, ma non ancora di saper vincere. Quella di mercoledì sarà la quarta finale in poco più di due anni per l’allenatore: le tre precedenti – due di Conference League e una di Coppa Italia – le ha tutte perse, sulla panchina della Fiorentina. La maledizione delle finali è quindi anche sua, personale, e stavolta vuole spezzarla per davvero.

Chi avrà la meglio?

Milan e Bologna si trovano così uno di fronte all’altro, entrambi con la possibilità di rompere una lunga tradizione negativa. Entrambi affamati di rivincita. Entrambi, forse, un po’ stregati. Chi riuscirà finalmente a sfatare il proprio tabù?

Chiara Scatena