Il Mondiale per club è la nuova Superlega? Le riflessioni sul futuro
Il Mondiale per club è già un successo economico: si valutano le mosse per il futuro

La sua prima edizione è nel pieno del suo svolgimento, ma intanto la FIFA già pensa alla prossima edizione del Mondiale per club. Che, numeri alla mano, rischia di diventare una Superlega su scala globale. Un’idea che non dispiace ai top club e che, invece, porta chi non partecipa a spingere per fare il proprio ingresso.
Concorrenza alla UEFA
Per fare un esempio è utile prendere in considerazione quanto potrebbe incassare il Real Madrid, squadra che ha già superato il miliardo di euro di fatturato. In caso di vittoria del torneo i Blancos porterebbero a casa circa 110 milioni di euro. Il paragone con il PSG è immediato: la vittoria della Champions ha garantito ai transalpini 145 milioni di euro di premi UEFA, ma con l’aggravante di ben dieci partite in più. Con il nuovo Mondiale per club, quindi, la FIFA si è inserita in competizione con la UEFA in un pericoloso gioco al guadagno sempre più sfrenato disinteressandosi di chi invece accusa le due realtà di essere enti regolatori e soggetti commerciali allo stesso tempo.
La scelta USA
Anche la decisione di far giocare la prima edizione del Mondiale per club negli Stati Uniti è stata estremamente importante dal punto di vista strategico. Non soltanto perché si tratta del luogo che insieme a Canada e Messico ospiterà il prossimo Mondiale, ma anche perché proprio negli USA il cosiddetto “soccer” è in grande crescita, potendo anche fare affidamento su un’industria sportiva che è stata capace di muovere un giro d’affari da 2,2 miliardi di dollari.
Sponsor e stadi
Il punto di svolta per il Mondiale per club è stato rappresentato dall’ufficializzazione dell’accordo con Dazn in cambio di un miliardo di dollari. Nove, poi, le sponsorizzazioni sottoscritte: ben ventuno in meno rispetto al Mondiale, con maggior raggio d’azione per chi invece sponsorizza la nuova competizione. L’incasso totale, in questo caso, è stato stimato in ben 750 milioni di dollari, più o meno quello generato dalla Champions League nell’ultima stagione. Altra fonte di guadagno, poi, sono gli stadi: la FIFA si aspetta infatti di guadagnare una cifra complessiva dalle dodici strutture che ospiteranno le gare pari a circa 450 milioni di dollari, anche grazie alle vendite che si sono impennate negli ultimi giorni.
Guadagni stellari per i club
Così si compone la cifra di circa 2,2 miliardi di dollari, che sarà versata interamente nelle casse dei club tolti ovviamente i costi organizzativi. La FIFA infatti ha assicurato che non atterra alcun profitto: un miliardo sarà quindi distribuito tra le trentadue squadre partecipanti. Per quanto riguarda le italiane, l’Inter avrà almeno 24 milioni di dollari, mentre la Juventus una cifra tra i 18 e i 20. Il resto dipenderà dal percorso delle squadre: migliore sarà, maggiori saranno i guadagni. Restano poi 250 milioni che saranno destinati a un programma di solidarietà a favore di tutti i club del mondo.
Il futuro
In casa FIFA è forte la speranza, così come la convinzione, che questo torneo sarà in grado di crescere ancora dal punto di vista commerciale, anche puntando al seguito dei top club che saranno impegnati nella competizione. E, soprattutto, pensando a quelli che da questa prima edizione sono rimasti esclusi: su tutti Barcellona, Manchester United, Liverpool, Arsenal e Milan. E se è vero che per ora si esclude un allargamento a quarantotto squadre, allo stesso tempo è vero anche che si sta già riflettendo sulla possibilità di cambiare i criteri di ammissione, incrementando così la presenza delle squadre europee, e sulla possibilità di far diventare il torneo una competizione a cadenza biennale. Quest’ultima ipotesi, almeno per ora, viene però allontanata dalla FIFA. Ma a comandare il calcio sono ormai interessi esclusivamente economici e nessuna opzione va bocciata a prescindere.
Claudio Ferrari