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| ANALISI

Mondiale per Club e ora come si riparte?

Il Mondiale per Club sta per concludersi, ora quali saranno le conseguenze sui club europei?

Il Mondiale per Club sta per arrivare alla conclusione. Sono rimaste solo due squadre in corsa: il dominante Paris Saint Germain di Luis Enrique che ha annientato il Real Madrid e il Chelsea di Enzo Maresca che l’ha fatta da padrone contro il Fluminense che, nei turni precedenti aveva eliminato l’Inter e l’Al Hilal di Simone Inzaghi. La finale tra francesi e inglesi, in programma il 13 luglio alle ore 21.00, mettere in palio la vittoria della competizione con il trofeo, nella sua veste unica e rivoluzionaria, che sarà assegnato per la prima volta nella storia.

Courtois lancia l’appello

La finale sarà sicuramente seguitissima, affascina e incuriosisce, ma tutto ciò che di ombroso il Mondiale per Club ha prodotto dalla creazione del suo nuovo format, resta vivo nella testa dei tifosi e non solo. Hanno fatto rumore le parole di Courtois negli scorsi giorni, quando la Liga ha deciso di non rinviare la partita tra Real Madrid e Osasuna del 19 agosto, in programma a poco più di un mese dopo la conclusione della kermesse intercontinentale. Rivolgendosi a Tebas, il numero uno della Liga, il portiere belga ha detto: “È sempre la stessa storia. Non ho mai sentito un presidente in Italia o in Inghilterra fare commenti del genere. Non siamo in vacanza, abbiamo appena giocato il Mondiale per Club, un evento ufficiale FIFA”.

Le conseguenze del Mondiale per Club

Le parole di Courtois sono lecita, anche giustificate. Sicuramente non sono stati i calciatori a pretendere questa competizione, tanto meno il loro ex allenatore – Carlo Ancelotti – che, al contrario, non voleva neanche presentare la squadra. I pensieri del portiere sono gli stessi che si fanno in Italia l’Inter e il Milan, ma anche in Europa tutte le altre squadre scese in campo. Il Mondiale per Club ritarderà la preparazione, che andrà rivista perché verrà svolta a ridosso del campionato. L’esito di una competizione così pesante non darà forse riscontri immediati, ma a lungo andare rischia di creare un danno a quei club che ne hanno preso parte e all’incolumità dei calciatori, sovraccaricati di lavoro senza un attimo di stop. Questo sarà il responso di un calcio in continuo movimento, nel senso più letterale della frase, di un calcio che oggi pensa a sovraccaricare il sistema di partite e a nient’altro.