Nazionale, che fatica dopo il 2006: tutti i flop in panchina
Da Donadoni a Spalletti: tutti i commissari tecnici che hanno fallito in Nazionale dopo la vittoria nel Mondiale in Germania

Dalla vittoria del Mondiale 2006 al rischio di saltare la terza edizione consecutiva il passo è lungo vent’anni. Vent’anni fatti di fallimenti – tanti e forse troppi – e sicuramente pochi, anzi pochissimi, assoli. L’Europeo vinto nel 2021 aveva illuso, come anni prima lo avevano fatto alcuni percorsi nobili sempre nella rassegna continentale. La storia, però, parla di una Nazionale che dal post quarta stella in poi ha fagocitato qualsiasi allenatore si sia seduto sulla panchina Azzurra. Ecco, allora, il lungo elenco di fallimenti alla guida dell’Italia.
Roberto Donadoni
Arrivato subito dopo le dimissioni di Lippi post vittoria del Mondiale, Roberto Donadoni ha guidato la Nazionale per 23 partite. Risultato? Qualificazioni a Euro 2008 centrata, poi l’eliminazione ai quarti con la Spagna e l’esonero deciso dalla FIGC tramite una clausola sul contratto.
Marcello Lippi
La soluzione, in Federazione, è stata quella di richiamare Marcello Lippi. Il secondo ciclo è durato 27 partite, che hanno compreso la delusione indolore in Confederations Cup, la qualificazione ai Mondiali 2010 e la conseguente eliminazione in un girone con Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia. Da qui le dimissioni.
Cesare Prandelli
A raccogliere l’eredità è stato allora Cesare Prandelli, rimasto in carica per 56 gare. A Euro 2012 la squadra arriva fino in finale, dove perde male con la Spagna. Si qualifica ai Mondiali 2014 ma l’Italia viene eliminata ancora una volta ai gironi in un raggruppamento con Inghilterra, Uruguay e Costa Rica. Altro giro, nuove dimissioni.
Antonio Conte
In panchina arriva allora Antonio Conte, alla guida degli Azzurri per 25 gare. La Nazionale centra la qualificazione a Euro 2016 dove esce ai quarti contro la Germania dopo una tragicomica lotteria dei rigori. Conte lascia, avendo già l’accordo con il Chelsea.
Gian Piero Ventura
Da Conte a Gian Piero Ventura, in carica per 16 partite e con l’obiettivo di centrare i Mondiali 2018. Il secondo posto dietro la Spagna condanna gli Azzurri ai playoff: la Nazionale perde in Svezia 1-0 e pareggia a San Siro a reti bianche, rimanendo fuori dai Mondiali per la prima volta dopo sessant’anni. Inevitabile l’esonero.
Luigi Di Biagio
Nelle vesti di traghettatore viene chiamato Luigi Di Biagio, all’epoca CT dell’Under 21, che guida la Nazionale per 2 amichevoli. Risultati? Un ko con l’Argentina e un pari con l’Inghilterra.
Roberto Mancini
Il vero sostituto è invece Roberto Mancini, alla guida degli Azzurri per 61 partite. Il cambio generazionale porta a uno stallo in Nations League e alla qualificazione a Euro 2020. La competizione slitta di un anno, intanto la Nazionale si trova a buon punto nella corsa ai Mondiali. Super rinnovo per Mancini e poi il trionfo agli Europei, con tanto di striscia record di risultati utili consecutivi (37). La sequenza viene interrotta dalla Spagna in Nations League, poi i pareggi con Svizzera e Irlanda del Nord condannano l’Italia ancora una volta agli spareggi per andare ai Mondiali 2022. A passare è ancora una volta la nazionale rivale, questa volta la Macedonia del Nord. E, dopo il terzo posto in Nations League, arrivano le dimissioni a Ferragosto.
Luciano Spalletti
L’ultima vittima della Nazionale in ordine di tempo è Luciano Spalletti. Per lui sono state 24 le gare in panchina, ma 23 quelle prima dell’esonero. Prima la qualificazione a Euro 2024, poi una rassegna continentale in cui l’Italia esce agli ottavi con l’Albania. Eliminati ai quarti di Nations League, gli Azzurri si concentrano sulle qualificazioni ai Mondiali 2026 ma perdono subito lo scontro diretto contro la Norvegia, che mette la strada improvvisamente in salita. Non lo scenario migliore per il prossimo commissario tecnico.
Claudio Ferrari