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| ANALISI

Ranieri rinuncia all’incarico di ct dell’Italia: le alternative di Gravina

Incassato il no del tecnico romano, riparte il totonomi per il ruolo di successore di Spalletti sulla panchina azzurra

Sono giorni di grande tensione per la FIGC e per il presidente Gabriele Gravina. Chiuso il capitolo Spalletti, esonerato dopo la figuraccia a Oslo contro la Norvegia nell’esordio nelle qualificazioni ai Mondiali 2026 in Messico, Canada e Stati Uniti, è partito il totonomi su chi prenderà il posto del tecnico di Certaldo.

Ranieri spiega il “no” alla Nazionale

Sembrava che dovesse essere Claudio Ranieri, ma il tecnico, dopo l’ultima esperienza alla Roma, ha deciso di declinare la proposta e rinunciare all’incarico di nuovo ct della Nazionale italiana per dedicarsi esclusivamente al ruolo di senior advisor della società giallorossa. Il 73enne tecnico romano ha spiegato all’ANSA la motivazione che l’ha spinto a dire di no agli azzurri: “Ringrazio il presidente Gravina per l’opportunità, un grande onore, ma ho riflettuto ed ho deciso di restare a disposizione della Roma nel mio nuovo incarico in modo totale. I Friedkin mi hanno dato il loro pieno supporto e appoggio per qualsiasi decisione avessi preso riguardo alla Nazionale, ma la decisione è solo mia”, ha chiarito Ranieri.

Ranieri, clamoroso dietrofront: cosa è successo

Eppure sembrava tutto fatto. La FIGC aveva contattato i Friedkin per esplorare la possibilità di avere Ranieri ct, senza strapparlo alla Roma, con la formula del doppio incarico: essendo il tecnico un supervisor del presidente, e non un dipendente del club, dal primo luglio non ci sarebbero stati problemi. Autorizzata dai Friedkin, la federazione aveva poi cominciato la trattativa con lo stesso allenatore che non solo aveva dato l’ok ma aveva definito anche lo staff. Sembrava dunque tutto pronto anche dal punto di vista legale. Poi, nella notta, dopo l’ultima di Spalletti contro la Moldavia (vittoria per 2-0), il clamoroso dietrofront. Alcune clausole, come ad esempio l’impossibilità di parlare della Roma quando era in Nazionale e viceversa, avrebbero fatto storcere il naso alla proprietà giallorossa. Da qui la decisione di Ranieri di fare una inversione a U e rimandare al mittente l’allettante proposta.

Italia, riparte il totonomi: chi sarà il nuovo ct?

Incassato il rifiuto del tecnico romano, si riprende a sfogliare la rosa dei “papabili” nuovi ct azzurri. In pole torna Stefano Pioli, pronto a lasciare l’Al Nassr ma in trattativa con la Fiorentina per tornare sulla panchina Viola e prendere il posto del dimissionario Raffaele Palladino. Tra le ipotesi anche un Mancini bis. Negli scorsi giorni l’ex ct ha dichiarato: “Tornando indietro resterei. Allenare la Nazionale è la cosa più bella che ci possa essere, vincere con la Nazionale ancor di più”. Parole importanti che sanno di apertura, ma lo scenario appare tutt’altro che semplice. Sullo sfondo, poi, alcuni nomi forti legati al successo dell’Italia al Mondiale 2006, ex calciatori divenuti allenatori: Daniele De Rossi, Fabio Cannavaro e Gennaro Gattuso. La sensazione è che Gravina abbia sollevato dall’incarico Spalletti senza avere una reale alternativa e ora rischia di rimanere con un pugno di mosche in mano. Sono giorni lunghi e di grande caos, ma l’obiettivo rimane immutato: l’Italia deve ripartire e ha l’obbligo di centrare la qualificazione ai prossimi Mondiali dopo aver visto alla televisione gli ultimi due, Russia 2018 e Qatar 2022. Chi sarà ad accettare questa enorme sfida?

Vincenzo Lo Presti