Rashford-Milan pista aperta, ma i dubbi non mancano
Lo United ha messo il suo ex figliol prodigo alla porta, il Diavolo può approfittarne. Ma serve quantomeno una valutazione approfondita di un affare pericoloso
La notizia ha forse fatto meno rumore rispetto alla sua reale portata, forse per il momento di crisi più o meno profonda che stanno vivendo entrambe le squadre. Ma quella che può portare Marcus Rashford al Milan è una pista concreta, che può accendersi da un momento all’altro soprattutto perché ad aver tirato fuori la questione è stato, come riportato da Relevo e confermato poi da Sky Sport, lo stesso Manchester United. E nonostante la crisi profonda sul piano tecnico e mentale in cui il ragazzo è sprofondato da qualche mese a questa parte, non si può certo far finta di nulla di fronte a un’opportunità di questa portata.
Problemi di bilancio
Ma perché i Red Devils puntano a liberarsi con così tanta fretta di quello che una volta doveva e poteva essere un autentico fenomeno generazionale? La risposta risiede in primis in una questione di bilancio e, soprattutto, di ingaggio: per la precisione, poco meno di 14 milioni di euro annui. Un macigno pesantissimo per una squadra già di suo in crisi di risultati, stracolma di esuberi strapagati e ansiosa di fare tabula rasa specialmente dopo l’arrivo in panchina di Ruben Amorim, il quale settimana dopo settimana si sta rendendo sempre più conto di quanto una delle potenze del calcio mondiale sia sprofondata in basso.
Prezzo di saldo
E proprio da Amorim nasce l’irrigidimento chiave nei confronti di Rashford. Più che in panchina, fuori squadra, scaricato e indesiderato. Il motivo, stando al tecnico, risiede nell’atteggiamento del giocatore che da tempo non mostrerebbe quella fame di vincere e migliorarsi che l’ex Sporting Lisbona pretende dai suoi giocatori. E allora ecco che la dirigenza ha colto la palla al balzo e ha subito sondato il mercato, trovando nei rossoneri una sponda interessante. La trattativa non si è ancora però accesa, anche perché lo United dovrebbe di fatto regalarlo: prestito con diritto di riscatto e gran parte dell’ingaggio pagata, sperando in un improvviso rilancio.
Troppi casi
Se però fino a qualche tempo fa un’idea del genere sarebbe stata accolta in toni trionfalistici da tifosi e addetti ai lavori, ora la nube di perplessità attorno all’affare è ben più densa e non solo per il momento personale molto difficile che il ragazzo sta attraversando. Di casi quest’anno al Milan ce ne sono già stati molti e hanno riguardato in gran parte i giocatori più importanti della rosa, su tutti Leao e Theo Hernandez. E allora la domanda sorge spontanea: perché inserire in uno spogliatoio con equilibri già molto fragili un nome così pesante, nel tentativo di rivitalizzarlo in neanche 6 mesi? E la potenzialità tecnica sulla carta smisurata non basta a giustificare un affare di questo tipo: prima di andare sull’inglese il Milan ha bisogno di capire se può permetterselo, sotto ogni punto di vista.
Iacopo Erba