Serie A, il dato sui rigori: si va verso una proiezione di 170 nel solo 2024/25
Già 32 i penalty assegnati in questa stagione, ma non è un record
L’ultimo mini ciclo di partite prima della sosta per le nazionali ha portato con sé, come un nuvolone gonfio di pioggia, una nuova raffica feroce di polemiche nei confronti della classe arbitrale. Troppi gli episodi controversi, come ammesso anche dallo stesso capo designatore Rocchi in una recente intervista, su cui si fatica soprattutto a dare un’interpretazione chiara e univoca anche a causa di un regolamento troppo fumoso e pieno di falle. Quel che è certo, però, è che il dato relativo ai calci di rigore è tornato prepotentemente a salire nelle ultime giornate, specialmente in quella appena conclusa.
Dopo sole sette giornate, infatti, i penalty fischiati in Serie A sono stati già 32 in 70 partite totali, di cui nove soltanto nelle ultime 10. Emblematico il caso di Fiorentina-Milan, in cui sono stati battuti tre tiri dal dischetto, peraltro tutti e tre clamorosamente sbagliati. Ma ciò che interessa di più è la proiezione sul lungo periodo: se si dovesse continuare su questi ritmi, si chiuderebbe la stagione corrente a quota 170 rigori battuti. Un numero sicuramente importante, ma non così stupefacente come si può pensare.
Prendendo in esame gli ultimi 10 campionati, infatti, in ben due occasioni a settimo turno archiviato si contavano più tiri dagli 11 metri: nella stagione 2017/18 si toccò quota 35 rigori, mentre nelle annate 2019/20 e 2021/22 ci si fermò a 34. Ma non è finita qui, perché neanche i nove rigori fischiati nella scorsa giornata rappresentano un record nel periodo considerato: nel 2021/22, infatti, si arrivò a ben 10 penalty assegnati in un singolo turno.
Al netto dunque di dati non strettamente da record, il problema arbitrale resta di strettissima attualità . Molti rigori infatti continuano ad apparire eccessivi, mentre altri sono stati bypassati nonostante direttive estremamente chiare date nel tentativo di spiegare gli episodi dubbi avvenuti nei mesi scorsi. Continua a mancare uniformità di giudizio, un problema che la presenza del Var pare accentuare piuttosto che attutire. Di questo passo, le credibilità dei direttori di gara verrà pian piano meno e il loro operato andrà a condizionare sempre di più partite e di conseguenza campionati: un problema trasversale, non solo italiano, al quale va trovato un rimedio alla svelta.
Iacopo Erba