keyboard_arrow_left Indietro
| LE STELLE

Donnarumma il leader: Gigio è un pilastro per Italia e PSG

La stagione appena trascorsa ha consacrato Donnarumma come portiere di caratura internazionale, non soltanto per le sue prestazioni

L'ultima giornata del girone B ci dirà chi farà compagnia alla Spagna negli ottavi di finale

Un autentico punto di riferimento. Gianluigi Donnarumma è nel momento migliore della sua carriera: protagonista indiscusso del triplete del PSG, nonché della conquista della prima storica Champions League del club, il portiere italiano vestirà anche come sempre la fascia da capitano dell’Italia nelle prossime sfide degli Azzurri contro Norvegia e Moldavia. I tempi delle contestazioni per il suo addio a parametro zero al Milan sembrano lontani anni luce: un giovanissimo campione in erba è diventato un fuoriclasse affermato, essenziali nei rispettivi spogliatoi.

Nessuna pressione

A confermare il suo salto di qualità sul piano mentale oltre che tecnico c’è soprattutto la serenità con cui Donnarumma sta gestendo la questione rinnovo di contratto, in scadenza con il PSG nel 2026. Nessun volo pindarico, ma anche zero ansie e un’idea ben chiara: restare a Parigi per vincere ancora. Nessun rumor su un suo eventuale approdo in Serie A lo ha infatti scalfito, come fatto intendere anche dalle parole del suo agente. La concentrazione sul campo è totale, anche dopo la stagione intensa e trionfale appena vissuta.

Una vera saracinesca

Oltre alla maturità però c’è anche il campo a parlare. E ha detto che lo scorso anno Donnarumma è stato semplicemente insuperabile, soprattutto in Champions League. Le sue straordinarie parate si sono infatti rivelate decisive specialmente nei quarti di finale contro l’Aston Villa e nelle semifinali con l’Arsenal. Il suo stato di grazia ha permesso al PSG di prigionare senza pressioni tutto il suo potenziale offensivo, conscio di essere al sicuro nel caso in cui gli avversari si fossero affacciati dalle parti dell’area di rigore parigina. Un torneo praticamente perfetto, per un giocatore in stato di grazia. Ma che può (e vuole davvero) crescere ancora. Perché per i campioni il bello deve sempre ancora venire.

Iacopo Erba