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| LE STELLE

Sette anni fa CR7 alla Juve: un miracolo riuscito a metà

Sette anni fa l’arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus: tanti gol, delusioni europee e un’eredità ancora discussa

Esattamente sette anni fa, Cristiano Ronaldo diventava un nuovo giocatore della Juventus. Un colpo di mercato che ebbe l’impatto di un terremoto sulla Serie A: 100 milioni di euro e un contratto ricchissimo a un top player ancora sulla cresta dell’onda, che aveva voglia di dimostrare dopo anni di trionfi al Real Madrid di poter vincere anche su altre latitudini. E ci è riuscito, ma solo in parte. Perché se è vero che sono arrivati gol e trofei, è altrettanto chiaro come l’amore con le tinte bianconere non sia mai davvero sbocciato. E che, soprattutto, l’obiettivo Champions League sia stato mancato clamorosamente.

Il solito Ronaldo

CR7 a Torino ha fatto la differenza sul territorio nazionale e non solo. Ben 81 reti in 98 presente in tutte le competizioni, due campionati, una coppa Italia e soprattutto due scudetti. In più il titolo di capocannoniere nel 2020/21, in un campionato in cui in tutti e tre gli anni ha chiuso col titolo di miglior giocatore della stagione. La Serie A per Ronaldo è stata una straordinaria vetrina personale, un parco giochi in cui un cannibale ha timbrato in lungo e in largo mettendo in mostra una superiorità evidente. Che, va detto, non ha stupito proprio nessuno. Tanto che nonostante i numeri ha finito per risultare divisivo, per non dire scomodo.

Fallimenti e conti in disordine

D’altronde, il campionissimo portoghese era arrivato per ben altre ragioni. Il suo acquisto doveva coincidere col ritorno al trionfo in Champions League, competizione in cui invece la Juventus in quel triennio fece tremendamente fatica. la grande operazione voluta da Andrea Agnelli dunque, a conti fatti, non è stata proprio un successone. Soprattutto perché ha lasciato le casse del club prosciugate, per colpa di un contratto che in quel momento non era forse giusto sostenere. Neppure per uno come Ronaldo, che per quanto forte non poteva certo sempre tirare la carretta da solo. In tanti, troppi sono mancati e attorno a lui si sono fatte le cose con troppo disordine. Ma la sua esperienza italiana si è trasformata in una grande lezione: nel calcio non bastano i più forti, si deve essere perfetti in tutto. Se non ci si riesce, centrare obiettivi così elevati è praticamente impossibile. Anche con un cinque volte pallone d’oro dalla propria parte.

Iacopo Erba