
Amorim sotto accusa: lo United è già sull’orlo del baratro
Il proprietario dei Red Devils Jim Ratcliffe incontra il tecnico portoghese: investimenti pesanti infruttuosi, risultati nulli e filosofia errata i nodi da sciogliere

L’incontro a porte chiuse tra Jim Ratcliffe e Ruben Amorim fotografa meglio di qualsiasi risultato il momento del Manchester United. Il proprietario dei Red Devils ha chiesto al tecnico portoghese spiegazioni sul disastroso avvio di stagione, con il club già ai margini della classifica in Premier League e fuori dalla Carabao Cup, eliminato dopo un’umiliante prova contro il Grimsby, formazione di quarta divisione. L’impressione è che la pazienza stia finendo, perché nonostante l’investimento di oltre 200 milioni di sterline nel mercato estivo i Red Devils continuano a fare i conti con le stesse fragilità croniche: poca solidità dietro, nessuna incisività davanti.
Crisi senza fine
I numeri raccontano un quadro desolante: una sola vittoria in tutta la stagione, un rendimento peggiore persino rispetto all’era Ten Hag e nuovi acquisti che sembrano già ingabbiati dal peso della maglia. A fronte di un mercato faraonico, la squadra appare smarrita, incapace di produrre gioco o di avere qualunque reazione alle prime difficoltà. Eppure Amorim non arretra di un passo. Dopo il pesante 0-3 contro il City, ha ribadito: “Capisco le critiche e le accetto… Quando vorrò cambiare la mia filosofia, lo farò. Altrimenti sono gli altri che devono adattarsi”. Un’affermazione che sa di sfida più che di autocritica, e che alimenta il malumore della piazza già ormai invisa al portoghese anche dopo la sconfitta con il Tottenham nell’ultima finale di Europa League.
Come guarire
Ora lo United si trova davanti a un bivio: continuare a sostenere un tecnico fedele in maniera assoluta alle proprie idee nonostante i risultati, oppure imporre una sterzata immediata per evitare l’ennesima stagione fallimentare. Ratcliffe vuole risposte, i tifosi esigono una reazione e l’impressione è che il tempo delle giustificazioni sia già terminato. Servono soluzioni concrete: mercato mirato a gennaio (per l’ennesima volta), più coraggio nelle scelte tattiche e un cambio di passo soprattutto dal punto di vista mentale. Perché la filosofia può attendere, ma la classifica no. E la paura, in questi casi, non porta ad altro che a peggiorare le cose.