Difesa di ferro e super Provedel: la Lazio è un muro
Il portiere biancoceleste è in stato di grazia e ha di fronte giocatori affidabilissimi: Sarri ha trovato la chiave di volta

Una Lazio commovente, quella vista a Parma. La vittoria in nove contro 11 dopo i rossi a Zaccagni e Basic può rappresentare il punto di svolta di una stagione in cui tutto il gruppo, a partire dal condottiero Sarri, sta dando più del massimo per restare aggrappato al treno europeo e andare oltre blocco del mercato e contestazione verso la presidenza. Una squadra che ha fatto scudo e che soprattutto ha trovato nella propria difesa la vera chiave di volta per risalire la china dopo un inizio molto complicato. Una svolta anche per il tecnico stesso, che ha raccolto la sfida e ha saputo sbrogliare il bandolo della matassa costruendo una retroguardia super.
Ultimo baluardo
Se è perciò vero che la difesa è l’attacco, non si può in primis non sottolineare la clamorosa stagione vissuta finora da Ivan Provedel. Ancora più rimarchevole soprattutto pensando a quanto invece era stata difficile la scorsa, tra errori e incertezze. E invece il numero 1 della Lazio ha letteralmente rimesso la colla sui guantoni, respinto la concorrenza di manda e chiarito definitivamente chi è il titolare in porta. Primo per cena sheet in questa Serie A (otto), l’estremo difensore biancoceleste vanta anche la seconda percentuale più alta di parate (84.3%). Un dato già di per sé significativo che diventa tuttavia incredibile considerando come sia anche secondo per numero di interventi effettuati: 90, ben 3.9 a incontro.
Veri leader
I numeri di Provedel non sminuiscono affatto tuttavia lo splendido lavoro finora svolto da una difesa che tra difficoltà e cali dei singoli ha trovato comunque dei pilastri a cui aggrapparsi. I due centrali titolari stanno vivendo una stagione ai limiti della perfezione: Gila è una sicurezza e Romagnoli un vero leader maximo, capace sempre di dare qualcosa in più anche grazie a un mix perfetto di personalità e attenzione ai dettagli. Lo stesso si può dire dell’operaio Marusic, altro uomo che non tradisce mai e che da anni si ritaglia uno spazio importante. E c’è infine la lieta sorpresa Pellegrini, la cui crescita permette a Sarri di non strapparsi i capelli per il buco nero in cui è finito Nuno Tavares. Nonostante tutto, insomma, la Lazio ha eccome delle ambizioni: gennaio sarà uno spartiacque chiave, mentre il fortino è in mani sicure.