Analisi 7 ottobre

Disastro Manchester United: peggior partenza in Premier da 36 anni

Solo otto punti in classifica per i Red Devils: la cronistoria di un disastro annunciato

Solo otto punti in classifica per i Red Devils: la cronistoria di un disastro annunciato

Salvate il soldato Manchester United. Lo 0-0 contro l’Aston Villa, ennesimo risultato deludente di una stagione che dopo sole sette partite appare già ampiamente compromessa, è soltanto punta dell’iceberg di una crisi che dura ormai da tantissimo tempo e che appare anno dopo anno sempre più irreversibile. Uno dei club più gloriosi al mondo è intrappolato in un tunnel senza fine, tra errori di gestione, sessioni di mercato sconclusionate e allenatori incapaci di mettere insieme i pezzi.

I Red Devils, alla settima giornata, occupano tristemente il 14° posto in classifica con soli otto punti conquistati, ben 10 in meno del Liverpool capolista. Due vittorie, due pareggi e tre sconfitte compongono il magro ruolino di marcia e, a conti fatti la peggior partenza nella massima serie inglese dal campionato 1989/90, quando chiusero al 13° posto in quella che è stata la peggior stagione di Sir Alex Ferguson alla guida del club.

Proprio il suo addio è stato in effetti il vero inizio del declino dello United, che da quando lo scozzese ha detto basta non si è mai più tirato su. Colpa di una società miope, che ha scelto negli anni di affidarsi ad allenatori per un motivo o per l’altro rivelatisi poi inadeguati, non soltanto per loro colpe: alcuni sono stati lasciati a se stessi, ad altri non è stato fornito un materiale da plasmare all’altezza, mentre avversarie come Liverpool e soprattutto Manchester City sono state capace di evolversi e soprattutto di dare continuità ai propri risultati, creando un sistema e sviluppandosi in maniera esponenziale sia dentro che fuori dal campo. E ora anche Arsenal e persino Chelsea sembrano aver trovato la strada giusta da intraprendere.

Neanche l’ingresso del colosso INEOS ha dato finora una mano. Per ora le conferme sulla permanenza di Erik ten Hag sono totali, ma puntare ancora su di lui sembra francamente ingiustificato dopo anni in cui, FA Cup a parte, si contano svariate figuracce e si registra anche una gestione dello spogliatoio sempre difficoltosa. I tifosi sono stanchi e gli appassionati di calcio di tutto il mondo pregano per un’inversione di tendenza che, a oggi, appare quantomeno utopistica. Rimettersi in carreggiata, ora come ora, assomiglia davvero a un miracolo.

Iacopo Erba

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