Analisi 1 luglio

Fabregas, i ‘100 milioni di motivi’ per restare al Como

I grandi movimenti sul mercato e la prospettiva di una costante crescita del club: ecco perché il tecnico spagnolo ha detto 'no' all'Inter per restare alla guida dei lariani
Giordano Grassi

I grandi movimenti sul mercato e la prospettiva di una costante crescita del club: ecco perché il tecnico spagnolo ha detto ‘no’ all’Inter per restare alla guida dei lariani

Ci sono cento milioni ‘di motivi’, e soprattutto di euro, alla base di una delle scelte più rumorose di queste prime settimane di calciomercato: il ‘no’ di Cesc Fabregas all’Inter – e secondo i beninformati anche al Bayer Leverkusen – per restare sulla panchina del Como. La società lariana, infatti, tornata in Serie A soltanto lo scorso anno, ha chiuso al decimo posto il campionato appena concluso, ma tra l’estate 2025 e, soprattutto, il gennaio 2026, ha dimostrato una capacità di spesa che, in Italia, non si vedeva da tempo.

Il ruolo nel Como

Cesc Fabregas, poi, ed è opportuno sottolinearlo, non ricopre le vesti del classico allenatore per come siamo abituati ad intenderlo in Italia. È, piuttosto, un manager all’inglese, e la differenza è abissale: tale figura, infatti, è parte integrante della dirigenza, ha particolare voce in capitolo sul mercato, ha sotto controllo la situazione finanziaria del club, così come il bilancio parziale della sessione in corso. In altre parole, svolge una mansione apicale e ciò spiega anche perché in Premier siano molto più frequenti i casi di allenatori che rimangono a lungo nello stesso club (basti pensare a Ferguson allo United o a Wenger all’Arsenal, ma ci sono centinaia di esempi). E non è ancora tutto, perché Fabregas, infatti, è anche azionista della società lariana e, seppur al momento in possesso di un pacchetto non particolarmente rilevante, è comunque direttamente interessato alla crescita del brand Como, in Italia e nel mondo.

Il sogno Champions

Del resto, per i nomi e le cifre che circolano, da Morata a Thiaw, passando per la conferma di Nico Paz per almeno un’altra stagione e i freschi arrivi di Martin Baturina, Álex Valle, Ignace Van der Brempt, Fellipe Jack e Jesus Rodriguez, sognare la qualificazione in Champions in un triennio è più che lecito: da fuori, non è affatto difficile intuire le ambizioni di una società economicamente molto solida, che punta a crescere anno dopo anno, senza porsi limiti. Con Cesc Fabregas come condottiero, dentro e fuori dal campo…

Giordano Grassi

Potrebbe interessarti

Analisi
Coppa Davis 2025: focus sulle avversarie dell’Italia a Bologna
L’Italia di Jannik Sinner sogna di aggiudicarsi l’Insalatiera per il terzo anno di fila
Analisi
Club più ricchi con i Mondiali 2026: la FIFA distribuirà 300 milioni di euro
Tutte le società che metteranno a disposizione i propri calciatori per il torneo iridato riceveranno una cospicua somma di denaro 
Analisi
Inizia la Champions League: favorite, stelle e outsider
Cosa aspettarsi dalla nuova edizione della Champions League? La guida completa 
United Cup, 3 gennaio: preview Sonego-Mannarino
Analisi
ATP Chengdu 2025, 1° turno: preview Sonego-J.M.Cerundolo
L’argentino è reduce dall’affermazione nel challenger di Guangzhou
Analisi
Champions League: quando il Villarreal arrivò per la prima volta in semifinale
Come tre anni fa, anche nel 2006 il Submarino Amarillo si fermò a un passo dall'atto conclusivo.
Analisi
ATP Hangzhou 2025, 1° turno: preview Kovacevic-Nardi
Il marchigiano si è aggiudicato l’unico confronto diretto tra i due giocatori
Analisi
Mondiali Filippine 2025: preview Italia-Belgio
Appaiate in vetta alla pool F, le squadre di De Giorgi e Zanini hanno cominciato bene la rassegna iridata
Analisi
ATP Hangzhou 2025, 1° turno qualificazioni: preview Zeppieri-Draxl
Dopo sei vittorie di fila la striscia positiva dell’azzurro si è fermata a Guangzhou
Analisi
ATP Hangzhou 2025, 1° turno: preview Cazaux-Arnaldi
Fresco di fidanzamento con Mia Savio il ligure se la vedrà con il francese all'esordio in Cina
Analisi
Fiorentina, Pioli non accende Kean e Dzeko: l’attacco resta un rebus
La Fiorentina di Pioli, nonostante attaccanti di grande livello come Kean, Dzeko e Piccoli, appare sterile e con poche soluzioni in avanti