Inter, dal sogno Triplete all’incubo zero titoli: il bilancio del 2025
In corsa fino all’ultimo su tutti i fronti, i nerazzurri hanno chiuso senza portare a casa nulla. Ecco l’analisi sull’ultimo anno di Lautaro e compagni

“Tanto rumore per le scale, ma non vedo scendere nessuno”. Questo famoso proverbio cinese descrive alla perfezione il 2025 dell’Inter. I nerazzurri sono arrivati in fondo a tutte le competizioni ma alla fine, usando un’espressione coniata dall’allenatore del Triplete, José Mourinho, hanno concluso la stagione con “zero titoli”. Per larghi tratti la formazione di Simone Inzaghi ha sognato di conquistare il mondo salvo poi ritrovarsi con un pugno di mosche in mano. La macchina interista pareva andare velocissimo, ma poi qualche ingranaggio si è inceppato fino a fondere il motore.
La clamorosa sconfitta in Supercoppa italiana
Il primo capitombolo in Supercoppa italiana a gennaio. Battuta l’Atalanta in semifinale con la doppietta di Dumfries, l’Inter poi conduceva 2-0 l’ultimo atto contro il Milan grazie ai sigilli di Lautaro Martinez e Taremi tra la fine della prima frazione di gioco e l’avvio della ripresa. La coppa sembrava indirizzata verso la sponda nerazzurra del Naviglio, ma poi ecco accadere l’incredibile: Theo Hernandez accorcia le distanze su punizione, Pulisic pareggia i conti con un perfetto diagonale mancino e in pieno recupero Abraham completa il sorpasso regalando il trofeo ai rossoneri di Sergio Conceiçao, chiamato solo pochi giorni prima a sostituire il connazionale Paulo Fonseca.
Il testa a testa scudetto con il Napoli e il bis in Coppa Italia contro il Milan
La clamorosa sconfitta in rimonta non ha creato contraccolpi psicologici in campionato, dove i ragazzi di Simone Inzaghi sono stati protagonisti di un lungo testa a testa con il Napoli di Antonio Conte. Nel giro di una settimana, tra il 20 e il 27 aprile, due ko di misura a Bologna (rete decisiva di Orsolini) e in casa contro la Roma (a segno Soulé) hanno spezzato le gambe ai nerazzurri permettendo ai campani di passare avanti. Una settimana da dimenticare visto che in mezzo, mercoledì 23, arriva anche l‘eliminazione in Coppa Italia. È ancora una volta il Milan a giustiziare i cugini conquistando il pass per l’ultimo atto grazie al 3-0 dopo l’1-1 dell’andata. Tornando al campionato, alla penultima la chance per riprendersi il titolo e mettere in bacheca il 21° scudetto: gli azzurri non riescono ad andare oltre lo 0-0 al Tardini contro il Parma mentre Lautaro e compagni sono avanti 2-1 al Meazza contro la Lazio. Al 90′, però, cambia tutto: Bisseck colpisce con la mano nella propria area di rigore e Chiffi assegna il penalty. Dal dischetto Pedro è glaciale: doppietta personale e 2-2 finale. Nell’ultimo turno inutile il 2-0 al Sinigaglia contro il Como, con lo stesso punteggio il Napoli supera al Maradona il Cagliari e conquista il quarto scudetto della sua storia.
Inter, serve un sostituto di Dumfries: tutti i nomi
In Champions League l’impresa contro il Barça, poi…
A proposito, smaltita la delusione, la squadra di Simone Inzaghi ha un appuntamento con la Storia, quella con la maiuscola. Dopo la sconfitta del 10 giugno 2023 a Istanbul contro il Manchester City di Pep Guardiola, l’Inter torna in finale di Champions League e dovrà vedersela contro il PSG di Luis Enrique. Percorso incredibile per i nerazzurri che hanno eliminato ai quarti il Bayern Monaco e in semifinale il Barcellona con una rimonta epica: dopo il 3-3 dell’andata in Spagna l’Inter conduce 2-0 a San Siro ma viene ribaltata nella ripresa. Il 3-2 di Raphinha gela il Meazza ma al terzo minuti di recupero Acerbi, con la scarpa bucata, infila Szczesny con il destro, quello che in teoria sarebbe il suo piede debole. È un segno del destino: nei supplementari Frattesi fa impazzire gli 80mila cuori nerazzurri che iniziano a battere fortissimo all’unisono. L’ultimo atto all’Allianz Arena, però, è una débâcle che entra nel libro degli annali: i francesi vincono 5-0 dominando dal primo all’ultimo minuto.
L’addio di Simone Inzaghi e il “ritorno” di Chivu
La delusione è enorme, così Simone Inzaghi, dopo quattro anni, abbandona il timone della nave per accettare il ricco contratto offertogli dagli arabi dell’Al Hilal. Al suo posto Marotta sceglie Cristian Chivu, uno degli eroi del Triplete 2010 e vincitore dello scudetto con la Primavera nel 2022. Chiamato a prendere il posto di Pecchia al Parma, l’allenatore rumeno è riuscito a salvare i ducali ed è pronto al salto in una grande squadra. L’avvio al Mondiale per Club non è dei migliori: superato il girone l’Inter viene eliminata agli ottavi dal Fluminense. In estate nessuna cessione importante, con la squadra che viene puntellata con gli arrivi di Akanji e Luis Henrique in difesa, Sucic e Diouf a centrocampo, e Bonny e Francesco Pio Esposito in attacco. Per quest’ultimo si tratta di un ritorno alla casa madre dopo due stagioni da protagonista con lo Spezia, condotto a suon di gol fino alla finale dei playoff di Serie B. Nella nuova stagione, 2025-26, tra alti e bassi i nerazzurri stanno comunque facendo bene: al momento guidano la classifica di Serie A, sono a un passo dagli ottavi di Champions League e affronteranno ai quarti di Coppa Italia la vincente di Roma-Torino dopo aver estromesso dalla competizione il Venezia con un netto 5-0. In Supercoppa italiana, invece, sconfitta in semifinale ai rigori contro il Bologna.
Inter, zero titoli ma le casse sorridono
Anche se il 2025 non ha regalato alcun trofeo all’Inter, le casse nerazzurre sorridono. Il club di viale della Liberazione ha chiuso il bilancio al 30 giugno 2025 con un utile pari a 35,4 milioni di euro, un risultato in miglioramento di circa 70 milioni rispetto all’esercizio 2023-24, che si era chiuso in perdita per 35,7 milioni. Si tratta del primo utile in epoca recente del club meneghino, che nella passata stagione ha visto salire anche i ricavi a quota record. Il fatturato della società è stato infatti pari a 567 milioni di euro (contro i 473,2 relativi all’esercizio chiuso il 30 giugno 2024), quota mai raggiunta dal club nella sua storia, mentre i costi sono saliti a 482 milioni (464,3 nel 2023-24). Insomma, chiudendo con un altro proverbio, l’Inter può “piangere con un occhio solo”.