Analisi 6 gennaio

Juve, che fine ha fatto Koopmeiners? L’ex Atalanta è un flop

L’olandese non ha convinto alla Juve: tutto un altro giocatore rispetto al passato
Francesco Asprea

L’olandese non ha convinto alla Juve: tutto un altro giocatore rispetto al passato

Cercasi disperatamente Teun Koopmeiners. Ha bisogno di ritrovarsi l’olandese, ma ancor di più ne ha bisogno la Juventus, in estate protagonista di un esborso da oltre 50 milioni di euro per assicurarsi le prestazioni del calciatore dall’Atalanta. Eppure, quanto visto a Bergamo con Gasperini, è ciò che di più lontano possa esserci con il calciatore visto finora alla corte di Thiago Motta. Sono lontane infatti le prestazioni da secondo miglior centrocampista della Serie A dietro a Calhanoglu: a oggi l’olandese si avvicina più – in termini di medie e non soo – a giocatori come Pobega e Serdar. Ma quali sono le ragioni di questa crisi?

Ambientamento e infortuni

Non è il primo e di certo non sarà l’ultimo: Teun Koopmeiners, al pari di tanti predecessori illustri, sta pagando probabilmente il salto da una realtà ambiziosa come quella dell’Atalanta a una realtà in cui serve dare tutto e subito come quella della Juventus. Un salto non facile a ventisei anni, dopo essere stato di fatto all’interno di una comfort zone a Bergamo e prima ancora all’AZ Alkmaar, squadra che lo aveva svezzato già da bambino. C’è poi da fare i conti anche con l’estate da separato in casa che l’olandese ha vissuto a Zingonia: prima il forfait all’Europeo per un problema agli adduttori, poi le polemiche con i bergamaschi e i certificati medici inviati a Percassi. Fermo per oltre venti giorni, Koopmeiners è arrivato a Torino e, dopo un duro lavoro di ricondizionamento atletico, si è fermato di nuovo per una frattura scomposta a una costola.

Nello scacchiere di Motta

A tutto ciò va aggiunto poi l’aspetto tattico. Mediano e trequartista, capace in fase di rottura ma anche finalizzazione. Teun Koopmeiners ha tutte le caratteristiche di quel calciatore che oggi viene definito tuttocampista. All’Atalanta il compito dell’olandese era quello di andare incontro ai compagni, legare il gioco, finalizzare se necessario o scambiare con gli esterni, avendo di fatto la massima libertà di movimento a tutto campo. Discorso totalmente diverso invece alla Juventus, dove Koopmeiners si ritrova speso costretto a defilarsi sulla destra per favorire gli esterni o a lavorare in una zona di campo troppo vicina alla porta per mettere in mostra le sue caratteristiche migliori.

La conferma dei numeri

Tutto ciò è confermato anche dai numeri di Koopmeiners confrontati con quelli della scorsa stagione. Si è dimezzato per esempio il numero dei tiri in porta, addirittura calati a un terzo i dati relativi ai palloni ricevuti dai compagni: quest’anno sono 447 i passaggi, di cui 66 progressivi; lo scorso anno erano invece a questo punto della stagione 1244 di cui 190 progressivi. Dati e concetti non estranei a Thiago Motta, che contro il Cagliari in Coppa Italia e contro il Monza in campionato ha provato a rimettere Koopmeiners al centro del gioco della Juventus. E non a caso sono cresciuti i palloni toccati rispetto alle partite precedenti, così come si sono visti benefici nella manovra. Non un dettaglio per una squadra che finora ha collezionato fin troppi pareggi e che deve necessariamente affidarsi alle giocate di uno dei suoi calciatori migliori.

Claudio Ferrari

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