Jonathan David, Juve
Analisi

Juve, dopo Vlahovic il vuoto: David e Openda faticano

I nuovi arrivati non sono ancora riusciti ad ambientarsi mentre l’ex Fiorentina, a un passo dall’addio in estate, sta facendo registrare numeri da record
Vincenzo Lo Presti
Jonathan David, Juve (Getty Images)

I nuovi arrivati non sono ancora riusciti ad ambientarsi mentre l’ex Fiorentina, a un passo dall’addio in estate, sta facendo registrare numeri da record

Jonathan David, Juve
Jonathan David, Juve (Getty Images)

Un vecchio proverbio italiano recita: “Fra i due litiganti il terzo gode”. Una situazione che descrive alla grande lo stato attuale dell’attacco della Juve. In estate, infatti, ci sono stati grandi movimenti nel reparto offensivo bianconero, con gli arrivi di Jonathan David dal Lille e di Loïs Openda dal Lipsia. Dusan Vlahovic è stato accostato a diversi club e la sua partenza sembrava a un passo, ma poi il serbo è rimasto alla Continassa per la fortuna di Igor Tudor e della squadra. Sì, perché in questo avvio di stagione, analizzando i numeri e le prestazioni, è proprio l’ex Fiorentina il migliore dei centravanti della Signora.

Vlahovic, da esubero a goleador

Provenienti rispettivamente da Ligue 1 e Bundesliga, David e Openda stanno facendo parecchia fatica: il calcio italiano, infatti, è il più tattico d’Europa e in questo nuovo scenario i due acquisti della Juve non sono ancora riusciti a adattarsi. Vlahovic, invece, al suo nono anno consecutivo in Serie A, si muove con molta più dimestichezza e da esubero si è trasformato nel centravanti titolare. Partito dalle retrovie, infatti, il classe 2000 si è fatto largo timbrando il cartellino nel 2-0 al Parma al debutto in campionato e regalando i tre punti ai suoi nella trasferta del Ferraris contro il Genoa. A secco contro l’Inter nella prima da titolare, ha poi fatto la differenza in Champions League siglando una doppietta e servendo l’assist a Kelly nel clamoroso 4-4 al Borussia Dortmund. Nell’ultima uscita, al Bentegodi contro il Verona, la sua partita è finita al 53’ senza grossi guizzi. In 198 minuti totali in campo ben quattro reti, una ogni 49 minuti e mezzo.

David, partenza col botto poi…

Arrivato a parametro zero dal Lille, Jonathan David si era fatto notare durante la preparazione ed era partito forte anche in campionato sbloccando la gara con il Parma alla prima giornata ma lì si è fermato, sia come punta centrale nella successiva sfida contro il Genoa sia sulla linea dei due trequartisti contro il Borussia Dortmund. Negli altri due impegni con Inter e Verona, invece, è partito dalla panchina giocando solamente due spezzoni, ma la scelta di piazzarlo a volte più defilato ha lasciato perplessi. Il suo score attuale recita: un gol e un assist in 233 minuti.

Juve, Openda ancora a secco

Discorso analogo per Loïs Openda, arrivato invece dal Lipsia all’ultimo giorno di mercato saltando dunque le prime due gare di Serie A contro Parma e Genoa. Ha trovato spazio da titolare solo nella sfida di Champions League contro il Borussia Dortmund mentre con Inter e Verona è entrato in campo a gara in corso senza riuscire mai a lasciare il segno. Anche nel suo caso è legittimo domandarsi perché in alcune situazioni sia stato fatto giocare largo a sinistra. Posizione a parte, sono state comunque prestazioni deludenti finora quelle del belga, ancora lontano dall’integrarsi con i dettami tattici di Tudor e con i ritmi di gioco del calcio italiano. A maggior ragione se si considera che per averlo la Juve ha investito 3,3 milioni di euro più 800mila di bonus per il prestito oneroso e l’obbligo di riscatto è fissato a 40,6 milioni (pagabili in quattro esercizi), oltre ad oneri accessori per 1,7 milioni. Toccherà dunque all’allenatore cercare di rilanciarli per avere tre validissime alternative al centro dell’attacco.

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