Maledetta pareggite: Motta a Spalletti passando per Tudor la Juve non cambia
Altro allenatore, solito problema: la Juve sa soltanto pareggiare. E così la classifica rischia di rimanere un problema

È una Serie A con la lotta scudetto più vivace che mai. In attesa di scontri determinanti per questa dodicesima giornata di campionato, alla lista si è iscritto anche il Bologna. Chi invece rischia di staccarsi dal treno di testa è la Juventus, che nonostante il cambio in panchina continua ad avere sempre gli stessi difetti.
Maledetta pareggite
Nulla sembra essere cambiato da Thiago Motta o Tudor. Il problema di questa Juventusrimane sempre una certa tendenza eccessiva al pareggio. Quello arrivato sabato contro la Fiorentina, infatti, è il terzo di fila per la squadra di Spalletti. Che ora si ritrova staccata di cinque punti dal Napoli momentaneamente capolista. Serve a poco allora il grande impegno di Vlahovic lì davanti se questa squadra sembra avere problemi atavici.
Rendimento simile
Problemi che poco sembrano avere a che fare anche con i vari allenatori che si sono avvicendati in tempi recenti. A partire da quel Thiago Motta protagonista di quaranatdue apparizioni sulla panchina della Juventus per un totale di diciotto vittorie, otto sconfitte e ben sedici pareggi. Cambio al timone, stesso problema con Tudor: ventiquattro gare complessive fatte di dieci vittorie, sei sconfitte e otto pareggi. Altro cambio, solito problema. Se possibile portato all’estremo: per Spalletti in quattro presenze sulla panchina bianconera sono arrivate una vittoria, nessuna sconfitta e ben tre pareggi.
Le colpe di Spalletti
Poche responsabilità degli allenatori come detto: quello della Juve sembra essere un problema indissolubilmente legato alla rosa, come se i giocatori avessero un fardello sulle spalle difficile da scacciare. Non cresce la qualità, né la personalità: le richieste di Spalletti restano per ora sospese, non recepite dalla squadra. Ma il tecnico ha delle colpe? Poche, almeno a un occhio esterno. Eppure nel post partita qualche piccola responsabilità l’allenatore se l’è presa, quando interrogato sui pochi minuti a disposizione di David e Openda ha risposto: «Ha ragione lei, li ho fatti entrare troppo tardi». E chissà che proprio da loro non passi la riscossa della Vecchia Signora.