Analisi 29 dicembre

Manchester, è buio pesto: le ragioni dell’incubo di United e City

I due club di Manchester stanno attraversando una profonda crisi: ecco perché
Roberto Bozzo

I due club di Manchester stanno attraversando una profonda crisi: ecco perché

Da un lato la storia del calcio inglese, dall’altro chi l’ha riscritta nell’ultimo decennio. Tra le città più importanti del calcio d’oltremanica non può non esserci Manchester, patria dello United e del City. Se i Red Devils hanno scritto pagine incredibili di storia soprattutto durante l’era di Sir Alex Feguson, vincendo la Premier League tredici volte nei primi ventuno anni della competizione, i Citizens sotto la guida di Pep Guardiola hanno dominato gli ultimi anni, con sei successi nelle ultime sette stagioni. In questa annata 2024/2025, però, entrambe le squadre stanno vivendo un importante periodo di crisi, inattesa per il Manchester City, troppo a lungo annunciata per il Manchester United.

La situazione in classifica

Una sola vittoria nelle ultime tredici gare per il Manchester City. Nessuno ormai sogna di pensare al quinto titolo consecutivo per la squadra di Guardiola, che sta sprofondando turno dopo turno. Chi invece è giù sprofondato è il Manchester United, quattordicesimo in classifica a un passo dal giro di boa con ben quattro sconfitte nelle ultime cinque gare. Poco importa, allora, che il derby di andata se lo siano aggiudicato i Red Devils in rimonta in un momento in cui a Manchester c’è ben poco da festeggiare.

La crisi del City

È arrivata improvvisa e travolgente, ma è la storia del calcio a dire che prima o poi sarebbe stata inevitabile. È finito un ciclo nella Manchester sponda City. Ma la crisi è arrivata in fretta e inattesa, dopo le prime quattordici gare stagionali senza sconfitta per la squadra di Guardiola. Talmente improvvisa che nessuno riesce a spiegarsi cosa l’abbia causata o come uscire. Il tecnico chiede rinforzi, una novità o quasi per il catalano. Sta di fatto che il 35% dei calciatori di movimento è fuori per infortunio, mentre tre pilastri come de Bruyne, Gundogan e Walker hanno improvvisamente causato il peso dell’età. Tutti gli altri sembrano aver dimenticato come si gioca, a partire da Haaland reduce da un rigore sbagliato e una rete nelle ultime sette gare di Premier League. Senza dimenticare il processo che pende sulla testa dei Citizens, che sembrano vivere quasi in attesa d un verdetto per poi eventualmente dare il via alla rifondazione.

La crisi dello United

Discorso totalmente diverso nell’altro lato di Manchester. Lo United è in crisi da tempo, danzando in equilibrio tra sopravvivenza e sprofondo da ormai troppi anni. Mercati costosi e sbagliati, allenatori su allenatori più o meno titolati. Le hanno provate tutte, ma una soluzione a oggi sembra non esserci. L’ultimo chiamato a una missione impossibile è Amorim, tecnico emergente tra i migliori in Europa ma forse più adatto a costruire una squadra che a raccoglierla a stagione in corso. Ma l’aria che si respira è ormai tossica, ogni problema viene ingigantito e ora anche una bandiera come Rashford sembra pronta a dire basta. E intanto, quasi fosse l’esempio più lampante della crisi, Old Trafford cade a pezzi. Una volta Teatro dei Sogni, ora casa di topi e infiltrazioni d’acqua.

Il futuro

In una situazione simile è difficile immaginare quale possa essere la scintilla giusta per far riprendere la corsa di Manchester City e Manchester United. Solo pochi mesi fa le due squadre si sono sfidate per l’FA Cup, ad agosto poi per il Community Shield. Ma il rischio che siano state le ultime gare con una posta in palio superiore alla semplice supremazia cittadina è concreto. Almeno fino a quando non tornerà a splendere il sole da quelle parti.

Claudio Ferrari

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