
Milan, che strigliata per Leao: il portoghese è già al bivio
Allegri ha ritenuto inaccettabile l’atteggiamento del portoghese nella sfida contro la Juventus: l’avvertimento è stato forte e chiaro

Neanche un terzo di campionato e Rafael Leao è già finito sotto esame, per l’ennesima volta nella sua carriera da quando si è trasferito al Milan. Ad aver fatto traboccare il vaso stavolta è stato l’atteggiamento indolente e ingiustificabile del portoghese durante l’ultima giornata di campionato. Gli errori e soprattutto il modo di fare dell’esterno non sono andati giù a mister Allegri, che lo ha prima provato a spronare in lungo e in largo durante il match con la Juventus e ha poi deciso di fare la voce grossa negli spogliatoi. Risultato? Una strigliata bella e buona, nelle intenzioni dell’esperto tecnico educativa per far capire l’andazzo all’incostante talento rossonero.
Max durissimo
L’indiscrezione della Gazzetta dello Sport ha trovato conferme un po’ ovunque e ha certificato la terapia d’urto avallata dal mister. Allegri, nella pancia dello Stadium, ha “attaccato al muro” Leao mettendolo di fronte in modo quasi brutale alle sue responsabilità, personali e nei confronti della squadra. L’allenatore ha preteso un approccio e una serietà diversi, in linea con il talento smisurato di un giocatore che evidentemente non è mai riuscito a causa dei suoi comportamenti a fare il salto di qualità definitivo. Ma ora, a 26 anni, il tutto acquisisce un sapore amaro, quasi di ultima spiaggia. Anche perché, se la musica non cambierà, stavolta trovare una soluzione alternativa sembra assolutamente possibile.
Un patrimonio da recuperare
Badate bene: Leao è stato, è e continuerà ad essere visto come un patrimonio inestimabile nell’ambiente Milan. E proprio per questo è ora che il portoghese risponda presente alle altissime aspettative riposte in lui. L’esterno ha tolto più e più volte le castagne dal fuoco ai rossoneri in questi anni, ma proprio per questo ha spesso vissuto di rendita. E i tifosi, spesso indolenti nei suoi confronti, ora pretendono come lo staff tecnico un atteggiamento da leader vero e non solo dichiarato. Altrimenti, saranno altri a fare le sue veci. Anche perché ad oggi Rafa non è neppure un vero titolare di questo Milan, semmai un’alternativa di gran lusso in attesa di un ritorno alla miglior condizione possibile. Ma ora è arrivato il momento di aiutarsi da soli: il tempo è scaduto, così come gli alibi.