Analisi 13 febbraio

Milan inoffensivo: l’esperimento dei quattro tenori è fallito

Contro il Feyenoord non è bastato un attacco pesante per sfondare: tanta qualità, ma poca intesa. E Conceicao pensa già al cambio di modulo

Contro il Feyenoord non è bastato un attacco pesante per sfondare: tanta qualità, ma poca intesa. E Conceicao pensa già al cambio di modulo

Un gigantesco potenziale tristemente inespresso. La gara di andata dei playoff di Champions League contro il Feyenoord, persa 1-0 grazie alla rete di Paixao su papera clamorosa di Maignan, ha rappresentato per il Milan una vera e propria occasione persa in un cammino europeo nel quale i rimpianti stanno aumentando in maniera esponenziale. E se contro la Dinamo Zagabria nel ko che era costato l’accesso agli ottavi di finale quello del dialogo era stato un problema strettamente legato alla mentalità della squadra, a Rotterdam la sconfitta è arrivata più a causa di un evidente equivoco tattico, con i rossoneri che pur schierando assieme i Fab 4 non sono riusciti praticamente mai a far male agli olandesi.

Una delusione totale

Nel super quartetto varato da Conceicao tutti, per un motivo o per un altro, non sono stati all’altezza. Leao ha mostrato ancora una volta la peggior versione di se stesso ed ha inoltre imbrigliato involontariamente Joao Felix, mai del tutto sereno nel proporre le proprie giocate sulla trequarti alla ricerca di un’intesa ancora tutt’altro che sbocciata. E mentre il povero Giménez era lasciato tristemente da solo tra le grinfie dell’ex compagno Hancko, che ha dimostrato perché tante grandi squadre compresa la Juventus si sono interessate a lui, persino Pulisic è apparso un pesce fuori d’acqua ed è stato persino sostituito da mister Conceicao nel tentativo di trovare una quadratura tattica diversa in una partita nella quale il Diavolo ha nel complesso fatto il solletico al Feyenoord. E pensare che proprio gli olandesi tra le 24 qualificate alla seconda fase erano quella con la peggior difesa visti i 21 gol subiti in appena otto uscite, non esattamente un’inviolabile saracinesca.

Si torna al 4-3-3?

Il tecnico ha capito forse che un Milan super offensivo non è presentabile, per una questione di suoi ma anche di caratteristiche e soprattutto equilibri. Il gioco, insomma, non vale la candela specialmente in relazione al sacrificio involontario di Reijnders, costretto a dare manforte a un Fofana in costante calo perché spremuto come un limone dopo non essersi fermato praticamente mai nel corso di questi primi mesi rossoneri. E allora ecco che a dare manforte potrebbe essere Musah, in un ritorno al 4-3-3 che metterebbe subito nel cassetto il progetto dei quattro tenori, decisamente troppo per un Milan lontano dalla perfezione. Ma chi rischia di stare fuori? Pulisic e Giménez sembrano intoccabili e l’esito di un ballottaggio tutto portoghese tra Leao e Joao Felix non ha un esito per nulla scontato: ad oggi, sarebbe l’esterno forse a doversi accomodare in panchina soprattutto per la sua grande capacità di impattare sul match a gara in corso, il che porterebbe Conceicao a trasformarlo in un’arma impropria dalla panchina. Nulla comunque è ancora deciso: l’unica certezza, a questo punto, è che di occasioni da sprecare non ce ne sono più.

Iacopo Erba

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