Pallone d'Oro
Analisi

Pallone d’oro, ci risiamo: le polemiche si (ri)prendono la scena

Le polemiche si riprendono la scena dopo la cerimonia del Pallone d'Oro: il mondo del calcio si divide
Niccolò Di Leo
Pallone d'Oro

Le polemiche si riprendono la scena dopo la cerimonia del Pallone d’Oro: il mondo del calcio si divide

Ci risiamo. Nuovo Pallone d’Oro. Nuove polemiche. Ormai fa tutto parte di un film già visto, un loop destinato a ripetersi all’infinito. Il calcio, d’altronde, è anche soggettività e metter tutti d’accordo è davvero complicato, se non impossibile. Soprattutto in un’epoca dove non ci sono più i Cristiano Ronaldo e i Lionel Messi che si alternavano di stagione in stagione. Il momento calcistico che stiamo vivendo è ricco di talento, ma privo – almeno per ora – di leggende. Un aspetto che da un certo punto di vista rompe la monotonia di quel dualismo che ci ha accompagnato nell’ultimo decennio, offrendoci uno scenario più variegato e imprevedibile, ma che al contempo alimenta le discussioni intorno all’esito finale. Il Pallone d’Oro del 2025 se lo è aggiudicato Ousmane Dembélé ed era prevedibile. In un mondo dove domina la già citata soggettività, ci sono anche elementi oggettivi che non possono essere messi da parte.

Pallone d’Oro, il PSG domina la cerimonia: Dembélé la ciliegina sulla torta

Dembélé e tutta la rosa del Paris Saint Germain sono i giocatori che hanno vinto più trofei nell’ultima stagione: una Ligue 1, una Coppa di Francia, una Supercoppa di Francia, una Champions League e una Supercoppa Europea. Il tutto sfiorando l’en plein con il Mondiale per Club, perso per 3-0 in finale contro il Chelsea di Enzo Maresca. Il PSG è stato premiato come squadra migliore dell’anno, Luis Enrique come miglior allenatore e Gianluigi Donnarumma, oggi al Manchester City ma fino a poche settimane fa a Parigi, con il Premio Yashin di miglior portiere. Insomma, un dominio giustificato dai risultati collettivi e individuali e che rendi di facile comprensione il trionfo di Dembélé. L’attaccante francese si è contraddistinto per quei numeri che si giudicano da soli, 35 gol e 15 assist in 53 partite giocate, per i successi ottenuti, ma anche per l’importanza che ha acquisito con il passare delle partite nel PSG. Un leader tecnico, sì, ma soprattutto tattico. A 28 anni ha segnato la sua rinascita dopo quella dolora parentesi a Barcellona.

Pallone d’Oro, le polemiche sul vincitore

E ancora una volta al Barcellona arreca, indirettamente, il danno che sta facendo discutere in tutto il mondo. Gli schieramenti più vasti sono due: da una parte chi è d’accordo con la vittoria di Ousmane Dembélé e dall’altro chi, invece, avrebbe preferito il successo di Lamine Yamal, più altre piccole frange che si schierano con Donnarumma, Vitinha e altri nomi di spicco dell’ultima stagione. Ancora una volta si discute dei criteri di valutazione, dei presupposti in base ai quali si decreta quello che, ai fatti, è il giocatore più forte dell’ultima annata calcistica. E sotto alcuni aspetti è comprensibile la polemica. Sì, perché, indubbiamente Lamine Yamal è attualmente il giocatore più talentuoso al mondo, quello con più margini di crescita e che, probabilmente, ha fatto vedere le cose migliori sotto l’aspetto tecnico. Ma basta? Dipende dal significato che diamo di più forte. Al di là di ogni interpretazione che si può dare, infatti, gli unici criteri oggettivi che abbiamo sono: i numeri e le vittorie. Criteri sui quali, invece, si basano coloro che avallano la scelta di Dembélé superiore a Yamal sotto entrambi.

Pallone d’Oro, il padre di Yamal si lamenta, Mbappé e Messi lo smentiscono

A non aiutare sono anche le parole del padre dello stesso Lamine Yamal. Intervenuto ai microfoni di El Chiringuito, Mounir Nasraoui, ha polemizzato sul successo di Dembélé: “Pallone d’Oro a Dembélé? Non direi che è stato un furto, ma un danno morale a un essere umano. Perché credo che Lamine Yamal sia il miglior giocatore del mondo. Di gran lunga… e di molto. Non perché è mio figlio, ma perché è il miglior giocatore del mondo, non ha rivali. È Lamine Yamal. È successa una cosa molto strana qui. L’anno prossimo sarà il Pallone d’Oro spagnolo“. Parole che infiammano le polemiche, sulle quali provano a fare da pompieri prima Kylian Mbappé, il connazionale ed ex compagno, oggi al Real Madrid, che dalla settima casella gli si è rivolto congratulandosi per il successo: “Che emozione, fratello! Te lo meriti al 1000%” e poi un certo Lionel Messi che, dopo 8 successi, ha espresso il proprio sostegno nei confronti del classe 1997: “Grande Ous! Congratulazioni, sono così felice per te. Te lo meriti“.

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