Premier League, il Liverpool vince ma non convince: cosa c’è che non va

A meno di un mese dal pareggio per 3-3 all’Elland Road, Liverpool e Leeds United si ritrovano di fronte ad Anfield in uno scenario profondamente diverso. Lo scorso 6 dicembre, infatti, la stagione dei Reds sembrava ormai compromessa: Mohamed Salah accusava apertamente Arne Slot di averlo messo ai margini, l’ennesima panchina aveva acceso il caso e quel risultato aveva fatto scivolare i campioni in carica al decimo posto in classifica, aprendo un dibattito sull’allenatore impensabile solo poche settimane prima. Oggi il Liverpool appare in ripresa. Tre vittorie consecutive contro Brighton, Tottenham e Wolves hanno riportato i Reds al quarto posto e alcuni dei problemi emersi a inizio dicembre sembrano attenuati. Restano però forti perplessità sulla reale solidità di questa risalita, perché le prestazioni continuano a non convincere del tutto e il confine tra crescita reale e semplice illusione resta sottile.
Isak e Ekitike
Ad Anfield, comunque, non mancano motivi per guardare con fiducia al nuovo anno. Diversi acquisti estivi stanno finalmente trovando continuità e rendimento. La nota più dolente riguarda Alexander Isak: il colpo più costoso del mercato resterà fuori almeno fino a marzo per una frattura alla gamba. In compenso, Hugo Ekitike si è rivelato molto più di una semplice alternativa. L’ex Eintracht Francoforte si è imposto rapidamente come uno degli attaccanti più incisivi della Premier League: dopo 18 giornate, solo Erling Haaland ha segnato più gol senza rigori di lui. Il francese ha realizzato cinque reti nelle ultime quattro partite, superando ogni aspettativa iniziale.
Wirtz e Frimpong
Segnali incoraggianti sono arrivati anche da Florian Wirtz. Il talento tedesco, pagato circa 100 milioni di sterline, ha finalmente trovato il primo gol con la maglia del Liverpool contro il Wolverhampton, liberandosi di una pressione evidente. Secondo Slot, Wirtz sta già giocando su standard elevati e sta progressivamente tornando il giocatore ammirato al Bayer Leverkusen. Percorso simile anche per Jeremie Frimpong, rallentato da due infortuni al tendine del ginocchio che lo hanno costretto a saltare 14 delle prime 27 partite stagionali. Ora, però, l’esterno olandese sembra pronto a incidere: appena 120 minuti dal rientro sono bastati per servire due assist, un segnale chiaro di crescita.
I problemi del Liverpool
Il vero grande tallone d’Achille del Liverpool resta però la difesa sui calci piazzati. In un campionato in cui oltre un quarto dei gol nasce da situazioni da fermo, i Reds rappresentano un’anomalia negativa. Dei 26 gol subiti finora in Premier League, ben 12 sono arrivati da corner, punizioni e rimesse laterali: il 46% del totale. Un dato sorprendente, soprattutto se si considera che nella prima metà della stagione 2024-25 il Liverpool non aveva incassato nemmeno una rete su palla inattiva. Il problema, come sottolineato anche da Van Dijk, non è tanto il primo intervento quanto la gestione delle seconde palle. Il Liverpool, inoltre, ha segnato appena tre gol da calcio piazzato, con un differenziale di -9, il peggiore della Premier League. Numeri che spiegano la decisione del club di separarsi dal tecnico specializzato Aaron Briggs, nonostante una striscia positiva di risultati.
In attesa di una vera ripresa
Al di là dei risultati, il Liverpool continua a vincere senza convincere. Le ultime affermazioni sono arrivate spesso grazie a episodi favorevoli, tra rigori nel finale, errori avversari e interventi decisivi come quello di Conor Bradley contro il Wolverhampton. A ciò si aggiungono interrogativi sulla tenuta fisica e sull’equilibrio del pressing, con alcuni uomini chiave che faticano a mantenere l’intensità. I dati sul possesso palla e sulla produzione offensiva restano eccellenti, ma non si traducono in un controllo reale delle partite. In sintesi, il Liverpool ha ritrovato i punti, ma non ancora il suo vero volto. Risolvere il problema dei calci piazzati potrebbe rappresentare la svolta, ma per ora i Reds sembrano aver soprattutto guadagnato tempo, più che certezze.