Analisi 26 ottobre

Roma, l’attacco non produce: mai così male da 33 anni

Si salva soltanto Dovbyk, il resto della squadra non ha inciso sotto nessun punto di vista
Francesco Asprea

Si salva soltanto Dovbyk, il resto della squadra non ha inciso sotto nessun punto di vista

Dieci gol in 11 partite, considerando tutte le competizioni. Peraltro, neppure ben distribuiti: tre all’Udinese e due al Venezia, poi soltanto qualche sporadico sprazzo, peraltro a volte anche inutile. La produzione offensiva della Roma in questi primi mesi è stata a dir poco deficitaria, per non usare termini ben più severi. Numeri che certificano le difficoltà dei giallorossi dalla trequarti in su, manifestate già con De Rossi e ora acuite più che mai sotto la fin qui deludente gestione Juric.

Per ritrovare un bottino così misero occorre tornare indietro di ben 33 anni, come sottolineato dal Corriere dello Sport grazie al supporto dei dati Opta: Nel 1991/92, infatti, i giallorossi dopo le prime 11 uscite stagionali contavano appena nove reti all’attivo. Era stata anche quella una stagione particolare, con una delicata transizione societaria in atto. In panchina sedeva, ai tempi, Ottavio Bianchi: era un calcio certamente diverso, così come erano diverse anche le ambizioni. Ma non la resa in campo, a quanto pare.

Il dato fa ancora più specie se si pensa che la metà di queste reti le ha segnate tutte Artem Dovbyk: lui, nuovo bomber arrivato a peso d’oro dal mercato estivo, non ha tradito le aspettative nonostante un sistema tattico lontanissimo dall’essere un’impalcatura adatta alle sue caratteristiche tecniche. Tutti gol peraltro fondamentali, visto che hanno sempre sbloccato la partita per i giallorossi che poi non sempre, di contro, sono riusciti a portarsi a casa il risultato pieno.

Il club dei marcatori è poi tristemente esclusivo: oltre all’ucraino, hanno infatti timbrato una volta a testa Dybala, Pisilli, Baldanzi, Shomurodov e Cristante. Una penuria francamente inattesa, visti i milioni spesi in estate soprattutto nel reparto offensivo in cui latita tremendamente l’impatto di Matias Soulé, a oggi semplice oggetto misterioso ancora alla ricerca di serenità e soprattutto di una dimensione in un sistema che non funziona. Juric continua a più riprese a sperticarsi sulla necessità di mantenere degli equilibri di squadra adeguati, ma intanto la sua Roma fatica a decollare e a produrre gioco, in una stagione che per tanti è già tutta da buttare o quasi.

Iacopo Erba

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