Analisi 23 maggio

Tare è il nuovo d.s. del Milan: la top e flop dei suoi acquisti

Tanti acquisti azzeccati, ma molti anche clamorosamente sbagliati: ecco le migliori e peggiori intuizioni di Igli Tare, il nuovo d.s. del Milan
Niccolò Di Leo

Tanti acquisti azzeccati, ma molti anche clamorosamente sbagliati: ecco le migliori e peggiori intuizioni di Igli Tare, il nuovo d.s. del Milan

Si attende solo l’ufficialità, poi Igli Tare sarà il nuovo direttore sportivo del Milan. Nelle scorse ore l’ex Lazio ha firmato per la società rossonera e a breve inizierà la sua nuova era, con l’obiettivo di riportare il Diavolo al livello di un tempo, quando era una delle squadre più temute d’Europa. Tare dovrà ripartire dall’ultima stagione, dalle difficoltà affrontate prima da Paulo Fonseca e poi da Sergio Conceicao e, quindi, soprattutto nella gestione di uno spogliatoio che più volte ha rischiato di implodere per alcuni atteggiamenti che non sono piaciuti ai due tecnici.

Il lavoro che dovrà svolgere Tare

Il lavoro da fare sarà molto, nonostante le basi di partenza siano comunque ottime, considerando il livello di una squadra che a gennaio si è rinforzata moltissimo. Il primo passo da fare sarà quello di individuare il nuovo allenatore che, a meno di clamorose sorprese, non sarà Maurizio Sarri con il quale si è già conosciuto alla Lazio e con cui non vige un grande rapporto. Più volte in passato Tare era stato vicino al Milan, poi la sua permanenza in biancoceleste ha fatto saltare tutto, oggi avrà modo di iniziare questa avventura nella speranza di migliorare quanto fatto nella Capitale. Per analizzare il suo lavoro a Formello abbiamo cercato di delineare due top five degli acquisti top e flop del direttore sportivo.

La top 5 di Igli Tare

Non è facile sceglierne cinque tra gli acquisti fatti da Igli Tare nella Lazio e per non escluderli tutti alcuni fuori classifica necessitano di essere citati. Sul primo nome, però, non ci sono dubbi. Sergej Milinkovic-Savic è stato, senza ombra di dubbio, il miglior acquisto dell’era Tare in biancoceleste. Il centrocampista serbo venne acquistato giovanissimo dal Genk nel 2015 a soli 20 anni per 15 milioni di euro e nell’arco di poco tempo è diventato uno dei giocatori più dominanti d’Europa.

Segue Ciro Immobile, attaccante con più gol segnati nella storia della Lazio, che si trasferì a Roma nel momento più difficile della sua carriera per circa 8 milioni. A chiudere il podio non può non esserci Luis Alberto, che completa i tre tenori della Lazio ‘inzaghiana’. Lo spagnolo, acquistato per sostituire Candreva, dopo un primo anno difficilissimo venne convinto da Tare a restare nella Lazio, per poi esplodere l’anno seguente e diventarne punto di riferimento.

Al quarto posto c’è Miroslav Klose, bomber che non ha bisogno di presentazioni, preso a parametro zero. Il bomber tedesco alla Lazio ha concluso, segnando, la sua strabiliante carriera. Chiude la top five un’altra grande intuizione di Tare come Felipe Anderson, un giovane diciannovenne del Santos inseguito a lungo. Da possibile meteora è diventato uno dei calciatori più presenti con la Lazio e tra i più amati. Ceduto al West Ham per 42 milioni di euro, tre anni dopo è tornato per pochi milioni riprendendo quanto lasciato.

Oltre a questi, però, è impossibile non citare Anderson Hernanes, così come Lucas Biglia, Marco Parolo, Stefan De Vrij, Antonio Canreva, ma anche Zaccagni, Provedel, Acerbi, Caicedo e Lulic.

La flop 5 di Igli Tare

Tare ha fatto grandi acquisti con la Lazio, ma ne ha sbagliati anche molti. Anche in questo caso selezionarne solo 5 è una sfida impossibile da superare. Il primo nome, però, non può non essere quello di Vedat Muriqi, acquistato per 20 milioni dal Fenerbahce nell’anno della Champions come alternativa a Immobile.

L’attaccante kossovaro è rimasto nella testa dei tifosi della Lazio, più come incubo che come ricordo. Segue probabilmente Emiliano Alfaro, attaccante che non è mai riuscito a far nulla in biancoceleste, se non 8 presenze e zero gol. Chiude il podio Riza Durmisi, pagato 7 milioni dopo una buona stagione al Betis, ma rimasto per anni sul groppone con uno stipendio pesantissimo.

Al quarto posto c’è Ricardo Kishna, una clamorosa meteora che avrebbe dovuto far grandi cose con la Lazio, ma che in realtà di Roma ricorda solo l’infermeria. Chiude la classifica Luis Maximiano, un portiere pagato 10 milioni per giocare 8’, un investimento incomprensibile, come la sua espulsione all’esordio contro il Bologna. Anche qui ci sono giocatori che meritano una menzione speciale, tra questi i 10 milioni per Denis Vavro, ma anche Bryan Perea, Milan Bisevac, Ravel Morrison, Helder Postiga, Gael Kakuta, Luis Saha e Valon Berisha.

Niccolò Di Leo

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