Cristian Chivu
Analisi 13 settembre

Tudor e Chivu? Tanto uguali, quanto diversi: il derby d’Italia e della fiducia

Si assomigliano per storia e per attitudine, ma sono anche così lontani l'uno dall'altro: Chivu e Tudor si sfideranno in un attesissimo derby d'Italia che potrebbe decretare il loro destino
Niccolò Di Leo

Si assomigliano per storia e per attitudine, ma sono anche così lontani l’uno dall’altro: Chivu e Tudor si sfideranno in un attesissimo derby d’Italia che potrebbe decretare il loro destino

Ci siamo. Sta per iniziare anche il terzo turno di Serie A. Terminata la sosta delle Nazionali, sabato 13 settembre diventa una giornata speciale per il calcio italiano. Quella che solo apparentemente sembrerebbe un’apertura normale, e quindi la partita tra Parma e Cagliari alle 15.00, in realtà nasconde dietro di sé una serata all’insegna della rivalità e dello spettacolo. Alle 18.00 il derby d’Italia accenderà la passione di milioni di tifosi, alle 20.45 Fiorentina-Napoli cavalcherà l’onda per mandarci a dormire con l’adrenalina a mille. Saranno ore di grande calcio, ma anche di grande tensione sugli spalti e, soprattutto, sulle panchine. Andiamo a Juve-Inter, alla partita più attesa dall’inizio della Serie A. Da una parte e dall’altra ci suon due tecnici, due ex difensori e leader delle rispettive squadre. Personaggi che conoscono bene, e da tempo, il valore e il significato di una partita come questa. A differenziarli l’uno dall’altro è, però, la posta in palio.

Tudor, il condottiero del popolo juventino

Igor Tudor arriverà alla partita con le solite pressioni da derby d’Italia, il suo avvio di stagione è stato in linea con le aspettative. Una vittoria per 2-0 contro il Parma e il successo di misura sul campo del Genoa. Sei punti conquistati, prestazioni forse non entusiasmanti, ma pratiche e ciniche come piacciono al tecnico croato. La piena fiducia dell’ambiente tutta sulle sue larghe, anzi, larghissime spalle gli ha permesso in estate di lavorare con serenità in vista di questo inizio. Tudor, d’altronde, ha convinto dalla scorsa stagione, quando si è caricato sulle spalle una squadra reduce dalla discutibile gestione di Thiago Motta e l’ha condotta a una non scontata qualificazione in Champions League, meritandosi anche la conferma della dirigenza. Comolli crede in lui, così come tutto il mondo Juve che, dopo tanto tempo, è tornato a unirsi intorno al proprio condottiero.

Chivu, la fiducia va conquistata

Se a Torino si respira un’aria di serenità, la situazione a Milano non è la stessa. Parlando, ovviamente, dalla sponda dell’Inter la fiducia su Cristian Chivu non è quella che il tecnico si aspettava. Una buona metà di stagione a Parma, da subentrato, forse non è l’esperienza sufficiente per poter guidare una delle squadre più forti d’Italia e a non giocare a favore dell’allenatore rumeno sono anche le ultime vicissitudini. Lo Scudetto sfuggito dalle mani e consegnato al Napoli, la storica figuraccia in finale di Champions League contro il Paris Saint Germain, l’addio di Simone Inzaghi e il mancato arrivo di Cesc Fabregas, il tutto seguito da una finestra di mercato che prometteva grandi nomi che, però, non sono mai atterrati a Linate. Chivu si trova in mano una squadra ferita, all’inizio di un nuovo ciclo e nella quale ha potuto aggiungere pochi elementi. I primi passi della sua stagione sono stati altalenanti: da una parte il netto 5-0 contro il Torino, dall’altra la sconfitta contro l’Udinese. Qual è la vera Inter? Ma soprattutto che Inter vedremo nel derby d’Italia? Chivu ha le mani legate. Una sconfitta avrà un effetto drammatico sulla sua squadra e sulla sua affidabilità. Dovrà conquistarsi la fiducia. A partire da oggi.

Niccolò Di Leo

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