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Neymar e il ritorno al Santos: la romantica chiusura di un cerchio

La purezza del talento, l’unione dei popoli nella MSN, poi il declino per via del denaro, oggi Neymar torna al Santos e di chiudere il cerchio

La purezza del talento, l’unione dei popoli nella MSN, poi il declino per via del denaro, oggi Neymar torna al Santos e di chiudere il cerchio

Vi ricordate le giocate? I gol fantascientifici? I dribbling?  I balletti? Vi ricordate quant’era bello godersi da così lontano le giocate di quel talento brasiliano, con indosso la maglia bianconera, che faceva sognare tutto il mondo? Neymar al Santos è solo un ricordo lontano, un idolo per quei ragazzi, oggi adulti, che vivevano la propria infanzia cercando continuamente ‘i goals e le skills’ di un predestinato che si sapeva, prima o poi, sarebbe arrivato in Europa. Il suo nome, d’altronde, si è diffuso con una rapidità impressionante in tutto il Vecchio Continente, chiamando all’appello alcuni dei club più importanti del mondo disposti a spendere cifre esorbitanti per spazzare via quel romanticismo che viveva indissolubile nel vedere un ragazzo, in patria, vestire la maglia che amava. Che faceva riaffiorare nella mente dei tifosi più anziani le gesta che, sempre con la maglia del Santos, decenni prima avevano visto protagonista un certo Pelé.

Il Barcellona e la MSN

Il richiamo dell’Europa era, però, troppo forte e quando a 21 anni il Barcellona mette sul piatto 88 milioni di euro pur di portarti in squadra e regalarti il sogno di giocare al fianco di Lionel Messi dire di ‘no’ non è un’opzione. O’Ney abbandona il bianconero, si dipinge di blaugrana, fa la scelta più importante della sua vita e un anno dopo diventerà uno degli elementi del tridente forse più forte di sempre. La MSN è l’unione del Sudamerica, la rivalsa del popolo, il Brasile, l’Argentina e l’Uruguay che si uniscono nel segno del calcio, del talento, di quella libertà d’espressione che Messi, Suarez e Neymar rappresentavano. La leggenda, il bomber e il talento, tre elementi chimici che sembravano indissolubili.

Il declino chiamato denaro

Sembravano, appunto perché, dopo 186 presenze, 105 gol e 76 assist, Neymar decide che è arrivato il momento di spiccare il volo, di diventare il punto di riferimento di una squadra ambiziosa, in grado di coprirlo d’oro pur di portarlo in rosa. Ed è qui che probabilmente il mito perde la sua magia, è qui che forse si perdono le tracce di chi aveva fino a oggi unito, ma che in quel momento è diventato elemento divisivo nel mondo del calcio. Neymar preferisce il contestato denaro, piuttosto che esser comprimario di una delle storie più belle di sempre. Preferisce andare in Francia, al Paris Saint Germain, dove la gente si dimenticherà di lui e probabilmente inizierà anche il suo declino che, nel 2023 lo vedrà seguire Cristiano Ronaldo e trasferirsi in Arabia Saudita, all’Al Hilal, per concludere la sua carriera ricoperto d’oro. Il sopraggiungere di nuovi problemi fisici, però, cambia ancora una volta la sua storia. Con i sauditi scende in campo solo 7 volte, passa due anni tra terapie e operazioni, avvicinando a 33 anni la fine di una carriera alla quale manca però un tassello, un ultimo anno, una sorta di redenzione dalla quale non si può esimere.

L’ultimo tassello

Neymar, ed è forse anche difficile rendere l’idea, è stato per i ventenni e trentenni di oggi, la purezza del calcio delle favelas, quel bambino che dribblando gli ostacoli per le strade è arrivato a calcare i campi più importanti del mondo, un esempio da seguire che ha deluso le aspettative, quando ha scelto una strada impossibile da seguire per chi vive di soli sogni. Ecco perché oggi si parla di redenzione. Ecco perché il suo ritorno al Santos, ormai ai dettagli, è una grande notizia, per chi O’Ney lo ha vissuto con il cuore, prima ancora che con la testa e con il portafoglio. Neymar torna al Santos e quel ricordo lontano, torna vivido in noi.

Niccolò Di Leo 

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