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Gabrielloni nella storia: a segno con il Como dalla Serie D alla A

Ai lariani dal gennaio 2018, il 30enne attaccante di Jesi è il simbolo della rinascita del club. Dalla laurea in Economia alla passione per l'NBA: ecco chi è "Gabrigol"

Ai lariani dal gennaio 2018, il 30enne attaccante di Jesi è il simbolo della rinascita del club. Dalla laurea in Economia alla passione per l’NBA: ecco chi è “Gabrigol”

Per raccontare la storia di Alessandro Gabrielloni bisogna partire dalla fine, dai minuti conclusivi della sfida del Sinigaglia tra Como e Roma. Entrato a dieci dalla fine al posto di Gabriel Strefezza, il 30enne di Jesi in pieno recupero sblocca l’incontro con un tap-in vincente a due passi dalla linea siglando così la sua prima rete in Serie A. L’attaccante di Jesi si prende la scena e si lascia andare a un’esultanza sfrenata davanti ai propri tifosi. Gabrielloni è il protagonista indiscusso della serata, perché poco dopo, con gli ospiti tutti in avanti alla ricerca almeno del pareggio, si invola in contropiede e serve a Nico Paz il più semplice degli assist per il 2-0 finale dei lariani. Cesc Fabregas ritrova così un successo che mancava dal 3-2 del 29 settembre sempre tra le mura amiche contro l’Hellas Verona.

Gabrielloni e i suoi fratelli

Gabrielloni entra così di diritto nella storia, diventando il quinto calciatore a segnare almeno un gol con la stessa squadra dalla Serie D alla Serie A. Prima di lui ci erano infatti riusciti Alessandro Pasciuti con il Carpi, Alessandro Lucarelli col Parma e Mario Alberto Santana e Andrea Luci, scesi in D per amore rispettivamente del Palermo e del Livorno.

L’emozione di Gabrielloni e l’elogio di Fabregas

“È stata una gioia incredibile ed anche un po’ una liberazione, penso che si sia visto: aspettavo questo momento, quando sei fuori non è facile aspettare il tuo momento ed è finalmente arrivato – commenta emozionato al triplice fischio -. Sono contento per la squadra, siamo un grande gruppo e ci mancava tanto la vittoria. Oggi penso si sia visto che abbiamo dato tutto quello che potevamo e finalmente un po’ di fortuna ci ha aiutato. Non ho pensato a niente, soltanto ad esultare – ammette Gabrielloni -. Qualche anno fa non avrei mai pensato di arrivare fin qui, il merito è della società e di tutta la gente di Como. Aver dato il mio contributo è per me un motivo d’orgoglio. Aspettavo questo momento e sapevo che sarebbe arrivato perché ho lavorato veramente tanto”. Arrivano parole di elogio anche da parte del tecnico dei lariani Cesc Fabregas: “L’anno scorso mi ha dato tantissimo. Non è rimasto qui per caso, perché io non faccio regali a nessuno. È un giocatore completissimo con una mentalità devastante. Gabrielloni ha fatto la storia del Como e anche in Aerie A può fare la differenza. È sempre al mio fianco e prima di questa partita ha fatto un gran discorso alla squadra. Quando finirà la sua carriera allo stadio gli dovranno dedicare una statua, è una leggenda di questo club”.

Chi è Alessandro Gabrielloni

Prima della serata magica contro la Roma, però, Gabrielloni era piuttosto sconosciuto alla massa degli appassionati di calcio. Per tale motivo andiamo a vedere chi è e cosa ha fatto fin qui. Nato il 10 luglio 1994 a Jesi, comune marchigiano noto per aver dato i natali a due icone dello sport italiano come Valentina Vezzali e Roberto Mancini, Alessandro fa tanta gavetta e per diverse stagioni milita in Serie D con le maglie di Jesina, Maceratese, Taranto, Campobasso (in mezzo qualche mese al Martina in Lega Pro), Cavese e Bisceglie. Nel gennaio 2018, pochi mesi dopo la rifondazione del club, sbarca a Como e dei lariani diventa una vera e propria icona. Ritenuto dai tifosi come il simbolo della risalita dalla Serie D alla A, Gabrielloni fin qui ha messo a referto 65 reti e 10 assist in 225 partite: di certo non un bomber, ma la sua storia va ben oltre i numeri e i gol segnati che, tra l’altro, sono sempre arrivati al momento giusto. Non è un caso che in riva al lago l’abbiano ribattezzato “L’Uomo della Provvidenza” e “Gabrigol” (chiaro riferimento a Gabigol, meteora all’Inter ma idolo del Flamengo).

La passione per l’NBA e la laurea in Economia

Ambassador del Como in America, precisamente in North Carolina, per partecipare al “The Soccer Tournament”, un torneo molto particolare di Calcio a 7, qui Gabrielloni ha avuto l’onore di incontrare Steve Nash, stella dell’NBA, il suo secondo sport preferito dopo il calcio. Tra le varie passioni, il classe ’94 ha trovato anche il tempo per studiare e laurearsi in Economia a Macerata con una tesi sul “Cambiamento demografico e le implicazioni macroeconomiche in Italia”. In un’intervista ha raccontato: “Era durante il lockdown. Sotto al pc avevo i pantaloni del Como”. Ama leggere (uno dei suoi libri preferiti è 1984 di Orwell) e durante i ritiri di squadra si rilassa giocando a carte. Per lui la felicità è “la gioia del gol la domenica e i pranzi con la famiglia”, e forse proprio per questo a Jesi hanno creato la pizza Gabrielloni. A Como, dopo il gol alla Roma, probabilmente gli dedicheranno una piazza o una statua, come auspicato da Fabregas.

Vincenzo Lo Presti

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