Analisi

Inter, del futuro se ne parlerà domani: il presente può essere storia

La finale contro il Manchester City, un futuro senza certezze: passato e futuro non devono incidere sul presente, l'Inter oggi è chiamata a fare la storia
Niccolò Di Leo

La finale contro il Manchester City, un futuro senza certezze: passato e futuro non devono incidere sul presente, l’Inter oggi è chiamata a fare la storia

La data più attesa di tutta la stagione. Questa sera c’è un appuntamento con la leggenda tra due squadre che sul campo si sono rivelate le migliori della competizione. L’Inter di Simone Inzaghi ritrova la finale di Champions League dopo sole due stagioni dall’ultima volta, eliminando squadre del calibro di Bayern Monaco e Barcellona. Il Psg puntando su Luis Enrique ha messo in piedi una squadra in cui non spuntano nomi di prime donne e di protagonisti, che in passato si sono rivelati lesivi per la storia del club parigino, ma composta di giocatori forti e in grado di far gruppo.

Si prospetta una partita tesa, ma emozionante. Entrambe le squadre che scenderanno in campo sono reduci da una scottante delusione in Champions League. La più recente e già citata sconfitta in finale dell’Inter contro il Manchester City e quella del 2020 tra Bayern Monaco e Psg, vinta dai bavaresi. Oggi in quello stesso stadio della squadra che gli soffiò il titolo di campioni, i parigini cercheranno di ottenere la pria storica vittoria in Coppa Campioni.

La storia si fa oggi: non esiste passato

L’Inter, però, non può permetterglielo. La vittoria in finale di Champions League significherebbe riportare a Milano un trofeo che manca dal lontano 2010 e che i nerazzurri hanno vinto ‘solo’ tre volte nella storia. La notte di Istanbul è ancora un ricordo amaro, difficile da digerire, ma che finalmente può esser spazzato via. Può esser lasciato nel passato, a patto che oggi la testa sia tutta e solo sul presente. I rimorsi di tre anni fa non possono e non devono incidere sul rendimento della squadra. La paura di fallire di nuovo non può essere il limite di una squadra che vuole essere celebrata come la migliore d’Europa. La storia si fa oggi, in novanta minuti che possono passare in un battito di ciglia, o durare un’eternità. La mentalità vincente che Simone Inzaghi ha costruito in questi anni deve saper spazzare le ansie e le paure, deve poggiare i piedi sulla consapevolezza che il traguardo, quello della leggenda, è a un solo passo di distanza.

La storia si fa oggi: il futuro lasciamolo al domani

L’Inter non può permettersi distrazioni. La vittoria in Champions League è un obiettivo troppo importante per vederlo andare in fumo a causa di pensieri cupi nella testa dei calciatori. Se il passato non deve essere un problema, figuriamoci il futuro. Il rinnovo di Simone Inzaghi, il ciclo che va verso la sua conclusione, la rivoluzione che avverrà in alcuni reparti per abbassare l’età media della squadra. Sono tutte cose che sappiamo, che sanno i giocatori, la dirigenza e lo stesso tecnico. Ma sono anche aspetti che saranno temi di riflessione da domani, da quando la finale di questa sera sarà storia, indipendentemente da come finirà. Oggi l’Inter non ha in mano il proprio futuro, non dovrà decretare quello che avverrà e quello che avverrà non deve popolare la testa dei calciatori. Oggi la concentrazione dovrà essere tutta su quei novanta minuti che sono l’ultimo step tra il sogno e l’incubo. Tra il portare a compimento quel che si è costruito con sangue e sudore, o lasciarselo sfuggire ingenuamente. Il futuro non riguarda l’Inter: oggi è il giorno della storia.

Niccolò Di Leo

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