Tudor aveva perso lo spogliatoio della Juve? Ecco chi avrebbe spinto per l’esonero…
L’esonero di Igor Tudor, comunicato ufficialmente dalla Juventus dopo l’ottava partita consecutiva senza vittorie, ha aperto il vaso di Pandora sui retroscena del suo breve, ma turbolento, mandato. Nonostante alcuni calciatori, come Bremer, Perin e il pupillo Yildiz, abbiano espresso pubblicamente messaggi di ringraziamento, lo spogliatoio bianconero – probabilmente – non era così compatto come si voleva far credere. Tudor non sarebbe riuscito a creare un legame solido con la maggioranza del gruppo, in particolare con il blocco dei giocatori italiani, dai quali si aspettava una maggiore leadership.
Tudor, la frattura con la dirigenza
I problemi relazionali di Tudor non sarebbero emersi soltanto all’interno dello spogliatoio, ma anche negli uffici della Continassa. I rapporti con il neo-direttore generale Damien Comolli sarebbero stati freddi e improntati a una ‘rassegnata tolleranza’ fin dall’inizio. Il punto di non ritorno sarebbe arrivato a causa delle incomprensioni sul mercato estivo. Tudor si aspettava di trattenere Alberto Costa e di riavere a disposizione Kolo Muani, considerato l’attaccante ideale per il suo modulo, ma ha assistito inerme allo scambio con Joao Mario e agli arrivi – onerosissimi se tarati al reale apporto dato finora – di Openda e Zhegrova.
L’arringa finale di Tudor
Il destino di Tudor si è giocato negli ultimi giorni, complice anche una serie di gaffe comunicative che non hanno fatto altro che acuire i problemi con la società. Il finale è stato traumatico: dopo la sconfitta contro la Lazio, Tudor avrebbe rimproverato aspramente la squadra negli spogliatoi, accusando i giocatori di “non avere dignità”. Questo scontro avrebbe, di fatto, palesato una frattura ormai insanabile anche con la squadra. Comolli, che aveva osservato il crollo dall’Olimpico, ha agito immediatamente con una telefonata secca e perentoria, ponendo fine all’era del croato.