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Juve, rimpianto Fagioli: è il faro della Fiorentina di Pioli

Arrivato in Toscana durante il mercato di riparazione, l'ex bianconero sta scalando le gerarchie del nuovo tecnico gigliato
Giordano Grassi

Arrivato in Toscana durante il mercato di riparazione, l’ex bianconero sta scalando le gerarchie del nuovo tecnico gigliato

Huijsen, Kean, Soulé e Fagioli. In attesa di aggiungere Mbangula e, forse, Miretti a questa lista di rimpianti, i tifosi della Juventus continuano a non trovare una risposta alla decisione dell’ex direttore sportivo Cristiano Giuntoli di disfarsi – per cifre lontane dal valore reale e a distanza siderale da quello potenziale – dei principali talenti provenienti dal vivaio e dalla Next Gen.

La cessione a gennaio

Se per Kean può esserci l’alibi di una sfortunata, più che disastrosa, stagione precedente, per Huijsen vigevano alcuni legittimi dubbi sulle reali abilità prettamente difensive e Soulé è stato ritenuto troppo evanescente e discontinuo durante l’anno, seppur preferendogli Nico Gonzalez, a un prezzo d’acquisto e un salario nettamente più alti, i tifosi bianconeri non trovano una reale spiegazione alla cessione – per giunta alla Fiorentina, cui era già stato spedito sei mesi prima l’attaccante italo-ivoriano – di Nicolò Fagioli per 16 milioni più 2,5 di bonus in un momento in cui la squadra era in caduta libera e il destino dell’allenatore Thiago Motta ormai segnato.

I soldi ‘reinvestiti

A ciò si aggiunge la stravagante scelta su come reinvestire i ricavi, considerando che lo scorso gennaio, a Torino, sono sbarcati Kelly, dal Newcastle per 17,5 milioni più 3,5 di oneri accessori e 6,5 di bonus (Huijsen era stato venduto al Bournemouth per 15+3…), Alberto Costa, appena dirottato al Porto, dal Vitoria Guimaraes per 13,8+2,5 e, soprattutto, i prestiti onerosi senza né diritto né tantomeno obbligo di riscatto di Randal Kolo Muani (3,6+2 al Psg) e Renato Veiga (4+1,5 al Chelsea). In questo scenario, e con il centrocampo come vero punto debole della squadra di Tudor, un elemento della tecnica – e della juventinità – di Nicolò Fagioli non può che esser considerato un grandissimo rimpianto.

Giordano Grassi

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