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Rovella, dalla Lazio alla Nazionale: che esordio con l’Italia

Il centrocampista di Segrate si è guadagnato la chiamata di Spalletti ed è stato tra i migliori in campo a Bruxelles contro il Belgio

Grazie a una prima parte di stagione super con i biancocelesti, il centrocampista di Segrate si è guadagnato la chiamata di Spalletti ed è stato tra i migliori in campo a Bruxelles contro il Belgio

Nella serata di Bruxelles che regala i quarti di finale di Nations League all’Italia brilla la stella di Nicolò Rovella. Per il centrocampista classe 2001 esordio assoluto con la Nazionale e prestazione super nel successo contro il Belgio firmato Sandro Tonali, al primo gol in azzurro alla 20ª presenza. Schierato da Spalletti nell’undici titolare, la sua partita dura 79 minuti, quando lascia il campo per dare spazio a Manuel Locatelli.

I numeri incredibili di Nicolò Rovella

Smaltita la tensione iniziale che lo porta a commettere un paio di imprecisioni, Rovella fornisce poi la solita prestazione fatta di recuperi e regia. Il CT gli affida le chiavi del centrocampo e lui, con la bacchetta in mano, dirige l’orchestra alla sua maniera, senza strafare, ma garantendo comunque un apporto determinante alla manovra della squadra. Lo dicono i numeri: contro il Belgio sbaglia solamente tre passaggi, chiudendo la partita con uno straordinario 96% di passaggi completati. Se si considerano anche le ultime tre partite giocate con la Lazio contro Cagliari, Porto e Monza, Nicolò ha tentato 232 passaggi, sbagliandone solamente otto e ottenendo una percentuale di passaggi completati che sfiora il 97%. Al triplice fischio arriva anche l’endorsement del commissario tecnico Luciano Spalletti che a proposito della sua prestazione commenta: “Bravissimo, bell’esordio”.

Il percorso di Nicolò Rovella

Sbocciato nelle giovanili del Genoa, si mette in mostra anche con la prima squadra rossoblù tanto da venire acquistato dalla Juve nel gennaio 2021 per 18 milioni di euro più 2 di bonus. I bianconeri lo lasciano in prestito al Grifone fino al termine della stagione seguente, poi lo richiamano alla Continassa. Alla Signora rimane un paio di mesi, giusto il tempo di racimolare appena tre presenze – solo 24 i minuti in campo tra Sassuolo (14), Sampdoria (5) e Roma (5) -, poi viene mandato a Monza dove trova la definitiva consacrazione sotto la guida di Raffaele Palladino. Terminato il campionato, si trasferisce dalla Brianza alla Capitale, dove lo vuole Maurizio Sarri. Con la Lazio firma un biennale con obbligo di riscatto fissato a 17 milioni di euro. Al primo anno, così come tutta la squadra, che nel finale viene affidata a Igor Tudor, alterna alti e bassi. La musica cambia quando il presidente Lotito affida la panchina a Marco Baroni. Il 61enne tecnico toscano già nel ritiro di Auronzo di Cadore gli fa sentire tutta la propria fiducia dichiarando: “È un giocatore al centro del progetto”.

Dalla fiducia di Baroni al Rovellismo

Il calciatore ripaga con gli interessi la fiducia dell’allenatore e a suon di prestazioni top si guadagna un posto nel novero dei migliori registi a livello internazionale. A Formello ora impazza il Rovellismo. La Lazio, al momento seconda in classifica insieme a Inter, Fiorentina e Atalanta, a -1 dal Napoli capolista, ha ora bisogno della sua solidità: si entra nel vivo della stagione e dopo l’esordio in Nazionale Rovella è pronto a trascinare i biancocelesti sempre più in alto. Prima, però, l’Italia si gioca il primo posto nel Gruppo 2 della Lega A di Nations League contro la Francia domenica a San Siro, quello stadio a cinque minuti da casa – è nato a Segrate – dove da bambino andava in Curva Nord per tifare Inter. Ora, però, la Lazio gli è entrata dentro e quella maglia se la sente cucita addosso quasi come una seconda pelle: “Non sono nato laziale, ma lo sono diventato perché è un ambiente straordinario. Mi ha affascinato tanto il mondo laziale, quando lo vivi dall’interno è incredibile. La Lazio si vive come un sentimento, rimarrò laziale a vita”. Parola di Nicolò Rovella, il direttore d’orchestra che fa sognare i tifosi biancocelesti. 

Vincenzo Lo Presti

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