Australian Open, 3° turno: preview Sinner-Baez
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Sinner tra il sogno Grande Slam e il caso doping di nuovo in 1ª pagina

Jannik Sinner è ovviamente l’unico tennista in grado di realizzare il Grande Slam in campo maschile in questa stagione
Filippo Re

Jannik Sinner è ovviamente l’unico tennista in grado di realizzare il Grande Slam in campo maschile in questa stagione.

Australian Open, 3° turno: preview Sinner-Baez

In attesa che termini la sospensione di tre mesi dal 9 febbraio al 4 maggio concordata con la WADA, Jannik Sinner ha riunito il proprio staff a Montecarlo dove si sta allenando dal punto di vista fisico in attesa che scadano le restrizioni sugli allenamenti previste fino a domenica 13 aprile.

Grazie al periodo della squalifica appena citato, il numero uno al mondo non dovrà saltare neanche un torneo importante ed è, quindi, intatto il sogno di realizzare il Grande Slam nel 2025, vale a dire aggiudicarsi tutti e quattro i Major nella stessa stagione dopo aver, già, messo in bacheca l’Australian Open per il secondo anno consecutivo.

Sulla carta, l’appuntamento più complicato è il prossimo sulla terra rossa del Roland Garros, però di fronte alla supremazia dell’azzurro prima della sospensione e alla crisi vissuta dai principali inseguitori in classifica, Alexander Zverev e Carlos Alcaraz, durante la sua assenza dai campi, ci sono fondati motivi per essere ottimisti; di seguito, analizziamo le possibilità del nativo di San Candido nei prossimi tre Slam.

Roland Garros

Dei 19 titoli vinti in carriera, soltanto uno è stato conquistato da Sinner sul rosso e si tratta dell’ATP 250 di Umago che l’ha visto trionfare nel 2022 in finale su Carlos Alcaraz; Jannik è un giocatore di grande ritmo che va in progressione in modalità flipper, come definito anche dal suo grande amico Matteo Berrettini, motivo per cui questa superficie non gli è troppo congeniale; ci sono, però, due elementi a suo favore: il n. 1 al mondo ha sempre un enorme desiderio di migliorare e la sfida sulla terra battuta lo affascina sicuramente; in aggiunta, è comunque arrivato in semifinale nel 2024 a Parigi, arrendendosi in cinque set al futuro vincitore Alcaraz, motivo per cui non si può considerare lontano dal bersaglio grosso.

Wimbledon

Sull’erba londinese siamo ancora più ottimisti perché Sinner sul veloce si trova alla grandissima e, nella scorsa stagione, ha avuto la sfortuna d’incappare in un malessere nei quarti contro Daniil Medvedev; senza questo indicente di percorso che gli è costato il torneo, sarebbe quasi sicuramente stato in lotta per il titolo.

US Open

Campione 2024 a Flushing Meadows, sulla carta è lo Slam più semplice dei tre rimasti da disputare in questa stagione anche se, in caso di doppio trionfo a Parigi e Londra, ci sarebbe una pressione spaventosa sulle sue spalle a New York con il Grande Slam a portata di mano; non a caso, un certo Novak Djokovic si è totalmente paralizzato in campo nella sfida decisiva con Daniil Medvedev nel 2021 dopo essersi aggiudicato Australian Open, Roland Garros e Wimbledon, cedendo al russo in tre rapidi set. Nonostante quanto appena scritto, auguriamo a Sinner la stessa pressione perché significherebbe aver vinto altri due Slam dopo quello conquistato a inizio stagione a Melbourne.

Il caso Clostebol

Nel frattempo, è tornato alla ribalta il caso di doping riguardante il campione altoatesino con l’intervista esclusiva rilasciata dal suo ex preparatore atletico Umberto Ferrara alla Gazzetta dello Sport in cui il numero uno al mondo ne esce, comunque, in modo positivo: “Utilizzo il farmaco Trofodermin (NdR quello che contiene la sostanza dopante Clostebol a cui Sinner è risultato positivo per due volte nel 2024) da anni in quanto prescritto dal medico specialista quale farmaco di supporto per una patologia cronica. Ero perfettamente consapevole del divieto e l’ho sempre custodito con massima cautela nel mio beauty. Non l’ho mai consegnato a Naldi, gliene ho soltanto suggerito l’utilizzo poiché aveva un taglio a un dito che non cicatrizzava e rendeva complicato il suo lavoro: fui molto chiaro nel comunicare la natura del prodotto a Naldi e la necessità che per nessuna ragione dovesse entrare in contatto con Jannik, consentendogli l’uso soltanto all’interno del suo bagno personale. Naldi ha detto di non ricordare di esserne stato informato. Non rifarei soltanto una cosa: fare affidamento sul comportamento altrui, mi ha fatto soffrire la superficialità, a volte la malafede, con cui molte persone hanno trattato la mia vicenda. Ho sofferto molto per la chiusura del rapporto con Jannik, lui ha comunque mostrato grande maturità nell’affrontare la vicenda anche perché era sostenuto dalla corretta convinzione di essere nel giusto: ha una etica del lavoro e una dedizione speciali, lavorare con lui è stato gratificante e stimolante, ci siamo visti l’ultima volta a Doha e ci siamo salutati con affetto”.

Filippo Re

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