Analisi 7 settembre

MotoGP, i due volti di Ducati: tra chi tende la mano a Bagnaia e chi gli volta le spalle

Niccolò Di Leo

Il team Ducati mostra il suo doppio volto: c’è chi pubblicamente tende la mano a Bagnaia e chi, invece, si gode solo i successi di Marquez

Un nuovo fine settimana di MotoGP, un nuovo appuntamento con la vicenda Pecco Bagnaia. Non può essere altrimenti, ormai l’andazzo della stagione è chiaro: per ogni passo avanti, ce n’è almeno uno indietro che riporta le cose a come stavano originariamente. E se inizialmente, quanto meno, Pecco poteva competere per un posto sul podio, oggi pensare di vederlo lì davanti è un miraggio.

Un po’ per la crescita degli altri piloti e delle altre moto. Bezzecchi con l’Aprilia sta facendo un capolavoro, Martin sta registrando grandi passi avanti, così come Bastianini in KTM Tech3 e Pedro Acosta sulla KTM. Poi c’è Fabio Quartararo, in sella a una due ruote della Yamaha che lui trasforma in un’astronave capace di arrivare seconda in Catalogna nella Sprint. Un po’, però, anche perché quei progressi di cui si parla da tempo non sono altro che chiacchiere senza risultati.

Bagnaia ha toccato il fondo

Pecco Bagnaia, d’altronde, a Barcellona ha toccato il fondo. Era da Portimao, nel 2022, che non partiva così indietro in griglia, ma in quel caso la situazione era ben differente. Una caduta durante le qualifiche aveva compromesso il suo cammino e in gara, con una spalla malconcia, riuscì lo stesso a risalirà dalla 25° casella fino all’ottavo posto. Una missione impossibile da replicare questa domenica, in sella a una moto con il quale non ha feeling e che teme possa rivelarsi anche pericolosa forzando un po’ la mano.

La Sprint race di ieri ne è la prova. Bagnaia parte 21°, arriva 14° ma senza sorpassi. Il pilota torinese scala posizioni solo a causa delle cadute di alcuni lì davanti che gli permettono di accorciare la classifica d’arrivo. Ma di suo c’è poco, forse niente. La crisi è nera e la luce in fondo al tunnel non si vede. Un muro nero oscura il cammino di un ragazzo che non riesce a trovare la strada da seguire e che, se da una parte viene aiutato, dall’altra gli voltano le spalle.

I due volti di Ducati

Sono i due volti di casa Ducati. Sono i volti di Gigi Dall’Igna, direttore generale di Ducati corse, e di Davide Tardozzi, team manager della squadra ufficiale. Sono i volti che vengono fuori dalle parole pre e post Sprint race. Le parole di un Dall’Igna disposto a prenderlo sottobraccio e a non mollare insieme a lui, alla ricerca di una soluzione che possa riportare il sorriso in casa Bagnaia e, quindi in casa Ducati.

Ma anche quelle di un Tardozzi che, dopo aver sottolineato di aver dato il massimo per trovare il problema, ha puntato il dito contro Pecco invitandolo a dare di più sia in pista, sia nella risoluzione di una situazione che si sta facendo via via sempre più tragica.

Un doppio schieramento che testimonia un interesse parziale nei confronti di Bagnaia, soprattutto con un Marquez così lanciato. E se non fosse così, allora comunicativamente qualcuno avrebbe bisogno di alcune ripetizioni. Bagnaia non è solo e già questa è una notizia, ma non tutti sono disposti a sacrificarsi per lui e, nonostante si ribadisca di un legame così stretto tra team e pilota, forse questa volta delle riflessioni sono davvero necessarie.

Niccolò Di Leo

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