Le Stelle 17 maggio

Como e il marchio Fabregas: la storia deve continuare

Cesc Fabregas ha la possibilità di fare il grande salto della sua carriera da allenatore, ma a Como hanno bisogno di lui per raggiungere vette imponderabili
Niccolò Di Leo

Cesc Fabregas ha la possibilità di fare il grande salto della sua carriera da allenatore, ma a Como hanno bisogno di lui per raggiungere vette imponderabili

Tra due giornate il campionato di Serie A sarà giunto al termine. Arriverà il momento di tirare le linee, fare le somme e dare un giudizio sulla stagione appena conclusa, capendo dove si è fatto bene e dove, invece, bisognerà migliorare per crescere ancora. Ognuno vive una situazione a sé stante, ognuno offrirà i propri giudizi e le proprie considerazioni, dando vita come sempre a un’analisi della Serie A che offrirà vincenti e vinti, sorprese e delusioni. Proprio nel gruppo delle squadre che più di tutte sono andate oltre le aspettative è impossibile non considerare il Como. La società astro nascente del calcio italiano, che ha reso una neopromossa una delle squadre più insidiose di questo campionato, a suon di investimenti ben fatti e mirati si è ritagliata un ruolo di primo piano nel futuro del calcio italiano. Giocatori forti e futuribili come Nico Paz e Diao, ma anche esperti e dal rendimento immediato come Sergi Roberto o Alberto Moreno. Un mix equilibrato messo in mano a un tecnico dal destino già scritto come: Cesc Fabregas.

Il sogno Como porta il marchio di Cesc Fabregas

Il tecnico spagnolo si è messo in mostra fin dal primo anno alla guida del Como, ultima squadra della sua carriera da calciatore. In Serie B è riuscito a conquistare l’attenzione di tutti facendo qualcosa che pochi hanno avuto il coraggio di fare in un campionato equilibrato come quello cadetto: creare un’identità e proporre un gioco elegante e funzionale. La promozione in Serie A del Como era stata un traguardo eccezionale per come è arrivata, per quanto proposto e per le premesse che c’erano, rispettate da una campagna acquisti rumorosa in cui hanno alternato colpi da 90 e giovani emergenti. Neanche il ritiro di Varane a inizio stagione ha compromesso un cammino decisamente più lento dei lariani, ma che oggi sta dando i suoi frutti. Fabregas ha insistito su quell’identità che ha creato, ha ricalcato quei principi con altri giocatori, ha messo in campo una squadra che, quando si è amalgamata, gli ha permesso di fuggire via dalla zona retrocessione scalando la classifica con coraggio e convinzione dei propri mezzi.

Cesc, non bruciare le tappe: a Como puoi sognare

E questo è solo un primo passo, ma sufficiente per far capire quali siano i presupposti di una società che ha investito sul calcio a trecentosessanta gradi e sotto ogni aspetto per rendere il Como qualcosa di più grande di una semplice formazione che dà calci ad un pallone. Presupposti che con Fabregas in panchina hanno decisamente più possibilità di avverarsi. Il tecnico si è mostrato come un allenatore preparato e dalle idee chiarissime, gradite in tutta Europa tra Roma e Bayer Leverkusen che sarebbero pronte a darsi battaglia per averlo in panchina. Ma la decisione spetterà a lui e solo a lui. La possibilità di salire di livello stuzzica, ma il progetto del Como è qualcosa di molto serio e che Fabregas conosce bene e apprezza. Lui può essere l’uomo della storia. Il condottiero giusto per portare una squadra che, fino a qualche anno fa viveva immersa nella provincialità, a calcare i tetti dell’Europa, a confrontarsi con squadre che rientrano nel novero delle big del Vecchio Continente. Un sogno ambizioso che, forse, solo a Como può diventare realtà. Per questo per Fabregas l’opzione di rimanere non è così sconveniente, per questo ha in mano l’opportunità di rimandare tra qualche anno una storia già scritta, un successo inevitabile… questa volta senza bruciare troppe tappe.

Niccolò Di Leo

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